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Accessi vascolari

La dialisi all’alba del XXI secolo: Graft and Graftula: dopo 36 mesi un iter diagnostico con imaging ecografico sta diventando imprescindibile per garantire long-term Thrombosis-free survival

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Razionale

I pazienti incidenti in dialisi sono sempre più anziani e con plurime comorbidità. Il loro patrimonio vascolare è drasticamente ridotto con gravi processi arteriosclerotici (Sclerosi calcifica di Monckenberg). L’ecocolordoppler è l’unica tecnica in grado di dare informazioni morfologiche-funzionali ed è l’unico imaging strumentale gestibile dal nefrologo.

Casistica e Metodi

Durante il triennio 2013-2015, a 12 pazienti, senza una fav nativa, sono state impiantate protesi vascolari; 3 pazienti, con fav native stenotiche, sono stati sottoposti a revisione, con interposizione di un segmento protesico sul ramo venoso (“Graftula”, fistula-to-fistula configuration). Sono stati eseguiti 66 ECD in 15 pazienti (5 ecografie/paziente/anno).

Risultati

In 24/66 controlli (36%), l’ecografia mostrava una stenosi sul versante venoso di deflusso, emodinamicamente significativa (>60%). 15/24 casi, (63%), sono stati sottoposti ad angiografie e PTA-DEB (rilascio di farmaci), con ripristino della pervietà nel 100%.

In 6 casi, in accordo con chirurgo vascolare, si optava per un’ osservazione clinica/strumentale.

Sono sopraggiunte 9 trombosi (1,3 trombosi/paziente), che hanno beneficiato di una trombectomia con rifacimento dell’anastomosi venosa; in 2 casi con PTA  programmata, in 1 caso l’angiografia non aveva confermato la stenosi, che avrebbe causato una trombosi a 30 giorni; 1 paziente con ipotensioni domiciliari recidivanti; infine, in 5 casi non era stato effettuato un’ ecografia per tempo.

In 42/65 dei controlli (64%), l’ecografia non aveva evidenziato nessuna stenosi.

I 3 pazienti con graftula, dopo 12 mesi,  avevano una pervietà primaria pari al 100%.

Conclusioni

Per un corretto follow-up, è necessaria la presenza di un team multidisciplinare, coordinato dal nefrologo. L’imaging ecografico ha permesso una diagnosi immediata di mal funzionamento delle protesi con l’avvio di procedure endovascolari risolutive nel 100% dei casi.

L’approccio radiologico è mini-invasivo, preserva il già limitato patrimonio vascolare del paziente e infine consente l’immediato utilizzo dell’accesso per l’emodialisi.

Jovane C.(1), Ierardi A.M.(3), Tozzi M.(2), Pogliani D.(1), Rimoldi L.(1), Sogni E.(1), Figliola C.(1), Farfaglia P.(1), Caretta E.(1)
((1)U.O.C. Nefrologia e Dialisi, ASST Valle-Olona P.O. “S. Antonio Abate”, Gallarate; (2)U.O.C. Chirurgia Vascolare, ASST Sette Laghi P.O. H. di Circolo e Fondazione Macchi, Varese; (3)U.O.C. di Radiologia, S.S.D. Radiologia ad indirizzo interventistico, ASST Sette Laghi P.O. H. di Circolo e Fondazione Macchi, Varese; )
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