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Accessi vascolari

Modelli organizzativi per l’allestimento dell’accesso vascolare: come cambia la tipologia degli accessi nella transizione dal modello chirurgico a quello nefrologico

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Razionale

L’attività di allestimento e cura dell’accesso vascolare può essere approcciata attraverso diversi modelli organizzativi che coinvolgono variabilmente nefrologi, chirurghi o altri specialisti. La messa in opera di differenti modelli può essere determinante sulla tipologia degli accessi vascolari in uso.

Casistica e Metodi

Nel centro dialisi di Trieste è stato recentemente introdotto un nuovo modello organizzativo per l’allestimento degli accessi vascolari per emodialisi. Fino a tutto il 2012 questa attività era principalmente gestita da un chirurgo vascolare dedicato.

A partire dal 2013 un nefrologo esperto nell’allestimento degli accessi vascolari ha formato altri due nefrologi, fino alla costituzione di un gruppo specializzato che si è reso autonomo a partire dal 2014. Il team così istituito ha maturato esperienza nell’allestimento delle fistole native e nel posizionamento dei CVC tunnellizzati. Le fistole complicate e quelle protesiche sono rimaste appannaggio del chirurgo vascolare.

Abbiamo revisionato la prevalenza degli accessi vascolari nel nostro centro nel periodo 2000-2016 per capire se l’introduzione del nuovo modello organizzativo ha cambiato la tipologia degli accessi vascolari nella popolazione dialitica triestina.

Risultati

Dal 2000 al marzo 2016 la percentuale di FAV native si è mantenuta stabile, con una minima diminuzione (60,2% nel 2000 vs 49% nel 2016). La prevalenza delle FAV protesiche è diminuita sostanzialmente dopo il 2013, ovvero con l’avvento della gestione nefrologica, fino ad arrivare al 9,7% nel 2016 (vs 25,2% nel 2000). L’utilizzo di CVC tunnellizzati ha visto un progressivo aumento passando dall’11,9% nel 2000 al 37% a marzo 2016.

Conclusioni

L'approccio nefrologico al confezionamento degli accessi vascolari ha un impatto sulla prevalenza della tipologia di accesso. Nella nostra casistica l'introduzione della gestione nefrologica ha comportato una drastica riduzione delle fistole protesiche. L'utilizzo delle fistole native si è mantenuto stabile ma si è assistito ad un aumento nell'uso dei cateteri tunnellizzati, questo dato necessita di essere correlato con le caratteristiche demografiche della popolazione.

Bedina E., Bianco F., Carraro M., Gerini U., Di Maso V., Ianche M., Leonardi S., Galli G., Grignetti M., Artero M.L., Filippi I., Bonincontro M.L., Arbo P., Savi U., Pian M., Lorenzon E., Boscutti G.
(S.C. Nefrologia e Dialisi, Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Trieste)
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