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Nefrologia clinica

CARATTERISTICHE CLINICHE PREDITTIVE DI RISPOSTA AL RITUXIMAB IN UNA COORTE DI 322 PAZIENTI AFFETTI DA VASCULITI ANCA-ASSOCIATE

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Razionale

Il rituximab è efficace nel trattamento delle vasculiti ANCA-associate (AAV), tuttavia recidive di malattia sono frequenti dopo la sospensione e non esistono al momento predittori di risposta. Obiettivo del nostro studio era esplorare caratteristiche cliniche associate alla risposta alla terapia.

Casistica e Metodi

Abbiamo raccolto dati clinici in casi di AAV recidivante-refrattaria trattati con rituximab a scopo di induzione della remissione. Gli outcomes erano Treatment-Failure (TF) a 6 mesi post somministrazione ed il Time to TF.

Risultati

322 pazienti sono stati seguiti per 16.7 mesi. A sei mesi il rischio di TF è stato del 13% e nel 20% dei pazienti sono stati registrati eventi avversi severi.

Tra le caratteristiche cliniche solo il coinvolgimento renale al momento della somministrazione del rituximab è risultato protettivo verso il rischio di TF a 6 mesi(OR 0.35,p=0.011). I pazienti con coinvolgimento renale erano stati esposti ad una dose cumulativa inferiore di ciclofosfamide(p<0.01) ed avevano meno frequentemente coinvolgimento ORL(p<0.01) e malattia PR3-associata(p=0.01).

Sei mesi post rituximab il 15% dei pazienti presentava linfociti B rilevabili e tra questi pazienti il contemporaneo reperimento di ANCA-positività si associava ad aumentato rischio di TF(OR 4.6,p=0.01).

I livelli di IgG post rituximab si sono ridotti di 0,45g/l; caratteristiche al momento della terapia associate ad una maggiore riduzione sono state la dose di prednisolone(OR 1.01,p<0.001), i livelli di IgG(OR 1.05,p<0.001), la somministrazione di ciclofosfamide(OR 1.38,p<0.001) e lo score DEI(OR 1.03,p=0.002).

Età maggiore di 50 anni e negativizzazione degli ANCA 6 mesi post terapia (figura) erano le due caratteristiche associate ad intervallo libero da TF maggiore(p=0.01 in entrambi i casi). 

Conclusioni

Il rituximab si è confermata un’opzione efficace in AAV. La presenza di malattia renale attiva e l’età >50 anni al momento della somministrazione, oltre che la negativizzazione degli ANCA e l'assenza di linfociti B rilevabili a 6 mesi dal trattamento si sono rivelati fattori prognostici positivi. 

Alberici F.(1), Brocca J.(1), Jones R.(2), Holle J.(3), Neumann T.(3), Gregorini G.(4), Sinico R.A.(1), Cassia M.(1), Ricchiuto A.(1), Roccatello D.(5), Bruchfeld A.(3), Baslund B.(3), Tesar V.(3), Vaglio A.(6), Smith K.(2), Jayne D.(2)
((1)ASST Santi Paolo e Carlo, Ospedale San Carlo Borromeo, Milano; (2)Università di Cambridge; (3)European Vasculitis Society (EUVAS); (4)AO Spedali Civili, Brescia; (5)Ospedale San Giovanni Bosco, Torino; (6)Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma)
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