I fattori di rischio per pielonefrite acuta sono nefrolitiasi, diabete, e abitudini sessuali; la stasi venosa pelvica è stata proposta come ulteriore fattore favorente, ma è difficilmente misurabile. Pertanto abbiamo valutato un indice TC di stasi venosa e la sua possibile associazione con le pielonefriti acute rispetto a controlli sani (donatori di rene).
Come indice di stasi abbiamo utilizzato l’indice di compressione della vena renale sinistra (LRVCi) valutato alla TC con MdC, definito come il rapporto tra il punto più sottile della vena renale sinistra nella regione pre-aortica e il suo diametro massimo preilare (Figura 1). Il cutoff per definire un valore patologico (> 2.71) è stato definito come il 95° percentile di LRVCi dei controlli sani, arruolati tra i candidati viventi alla donazione di rene.
Sono state esaminate 101 TC (72 pielonefriti e 29 controlli) da due operatori indipendenti, con una ottima concordanza (kappa di Cohen = 0.956). Rispetto ai controlli sani, i pazienti con pielonefrite presentavano un LRVCi maggiore (2.81 ± 1.58 vs. 1.78 ± 0.54; p < 0.001) e avere un LRVCi “patologico” era associato ad un odds ratio di pielonefrite acuta di 7.33 (95%CI: 2.03 – 26.42, p=0.001). Il LRVCi era simile nelle pielonefriti destre e sinistre (2.96 ± 1.70 vs. 2.48 ± 1.38, p=0.263), bilaterali (3.22 ± 1.53; p = 0.350 vs. monolaterale) e nei pazienti con pielonefrite recidivante (2.73 ± 1.60 Vs 3.19 ± 1.48; p= 0.235).
LRVCi risulta riproducibile e con un’ottima concordanza interoperatore: le pazienti con pielonefrite hanno valori più alti dei controlli sani, mentre non sembra associato alla lateralità della lesione o alle recidive. Da un punto di vista speculativo, potrebbe essere espressione di una correlazione patogenetica tra le malformazioni venose pelviche e lo sviluppo di infezioni del tratto urinario superiore.