Gli effetti di una terapia nutrizionale nell’ IRC severa sono oggetto di discussione. Per verificarne l’utilità abbiamo valutato i risultati della nostra esperienza di 7 anni in una coorte di pazienti ambulatoriali.
È stata effettuata un’analisi su 120 pazienti suddivisi in 2 gruppi: 88 con apporto proteico di 0.6 g/Kg/die (D0.6) e 32 a dieta libera (ND). Il supporto della dietista era previsto solo nei pazienti del gruppo D0.6, a cui veniva proposta una dieta da 35 Kcal/kg, fosforo 600-800 mg/die, potassio 2000-2500 mg/die e NaCl 3 gr/die. Tutti i soggetti sono stati sottoposti ad analisi antropometrica e biochimica (creatininemia, eGFR, emocromo Ca, P, albuminemia, esami urinari per la compliance dietetica). Il follow-up medio è stato di 22 mesi (ND 19.1 ± 15.1, D0.6 g/Kg 29 ± 19.8). E’ stata confrontata la sopravvivenza renale nei due gruppi.
Il valore iniziale di GFR era simile nei due gruppi: 16.81±6.87 nel gruppo D0.6 e 16.22±6.15 nel gruppo ND. Durante il FU hanno iniziato la dialisi 27 pazienti nel gruppo ND (84.4%) e 33 nel gruppo D0.6 (30.5%). L’analisi della sopravvivenza renale ha documentato una differenza significativa tra i soggetti D0.6 e quelli ND (FIG. 1) La dieta ipoproteica è risultata associata ad un ritardato ingresso in dialisi di 30 mesi (p<0.01). L’analisi ha mostrato un effetto della dieta sulla sopravvivenza renale indipendente dalla terapia antiipertensiva e ipolipemizzante. Nel gruppo D0.6 si è osservato un lieve incremento del BMI (da 28+5.1 a 29+5.4), mentre nei soggetti ND si è avuta una riduzione del BMI (da 26+3.5 a 24 +4.6), verosimilmente a causa di un diverso apporto calorico.
La dieta ipoproteica-ipercalorica in corso di IRC grave è una terapia in grado di rallentarne la progressione, con ritardato inizio della dialisi e risparmio dei costi sanitari.