Scopo dello studio è descrivere: i fattori associati all'infarto renale; le caratteristiche cliniche, strumentali e di laboratorio; gli atteggiamenti terapeutici.
Studio osservazionale, retrospettivo, policentrico relativo ai casi osservati nei Centri Nefrologici piemontesi nel periodo 2013-2015 con diagnosi di infarto renale confermata con angioTC.
Sono stati raccolti 46 casi (24 M, età 57±16 anni; 22 F età 71±18 anni, p = 0.007). I pazienti sono stati suddivisi in 3 gruppi in base all’eziologia: gruppo 1: cardio-embolica (n=19); gruppo 2: anomalie della coagulazione (n= 8); gruppo 3: altre cause o idiopatico (n=19).
Il tempo mediano dai sintomi alla diagnosi è stato di 2 giorni (range 2 ore - 8 giorni). I sintomi alla presentazione, in ordine di frequenza erano: febbre (65%), ipertensione arteriosa (61%), dolore addominale o lombare (54%), nausea/vomito (37%), sintomi neuologici (13%), macroematuria (11%).
Un incremento delle LDH (>530 UI/ml) era presente nel 95% dei casi, incremento della PCR (>0.5 mg/dl) nel 93%, eGFR <60 ml/min nel 56% dei casi.
Il confronto delle varie caratteristiche tra i tre gruppi evidenzia: età significativamente maggiore (p=0.0004) nel gruppo 1 (76±4 anni) vs il gruppo 2 (54±5 anni) e il gruppo 3 (56±3 anni); fumo di sigaretta significativamente più frequente (p=0.017) nel gruppo 2 (62%) e nel gruppo 3 (59%) rispetto al gruppo 1 (17%).
Nessun caso è stato sottoposto a trombolisi endovascolare. In 38 su 46 casi era riportata la terapia anticolagulante effettuata dopo la diagnosi: in 12 (32%) casi nessuna terapia, in 11 casi (29%) eparina sodica, in 7 casi (18%) eparina a basso peso molecolare, in 4 casi (10%) anticoagulanti orali, in 3 casi fondaparinux (8%), in 1 caso (3%) dermatan solfato.
Nonostante alcune caratteristiche possano orientare la diagnosi la latenza tra esordio e diagnosi è ancora mediamente elevata e tale da pregiudicare una terapia tempestiva.