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Nefrologia clinica

Sindrome emolitico-uremica (seu) associata a carcinoma prostatico

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Razionale

La letteratura anche più recente sulla sindrome emolitico-uremica (SEU) associata a tumori è focalizzata prevalentemente sulle forme secondarie ai farmaci chemioterapici. I casi di SEU indotta dal tumore stesso descritti in letteratura sono pochi; tra questi l’adenocarcinoma prostatico (ACP) rappresenta la neoplasia solida più frequentemente riportata. Una diagnosi istologica attraverso la biopsia renale permette di escludere altre cause di insufficienza renale acuta (IRA), soprattutto iatrogene, e fornisce informazioni importanti per guidare la terapia oncologica. 

Casistica e Metodi

Descriviamo un pz di 83 anni affetto da ACP in progressione con metastasi ossee e polmonari, giunto in DEA per oliguria ed ematuria una settimana dopo l’avvio di acido zoledronico. Gli ematochimici mostravano un quadro di IRA associata ad anemia emolitica, piastrinopenia e coagulopatia, in assenza di alterazioni di C3, C4, CH50 e ADAMTS-13 (Tab.I, T1). Dal punto di vista clinico non erano presenti sintomi specifici né alterazioni significative all’esame obiettivo. 

Risultati

Nel sospetto clinico di SEU si procedeva a biopsia renale. L’esame istologico evidenziava reperti compatibili con un danno glomerulare in corso di SEU. Nei giorni successivi alla somministrazione di plasma fresco congelato si assisteva ad un progressivo miglioramento dei reperti bioumorali (TabI, T3). Veniva pertanto escluso un danno renale secondario alla terapia con difosfonati consentendo la prosecuzione del farmaco anti-riassorbitivo.

Conclusioni

La SEU associata a neoplasie avanzate è una rara complicanza, potenzialmente mortale ma reversibile se precocemente riconosciuta e trattata. A nostro giudizio la biopsia renale, se  effettuabile in condizioni di relativa sicurezza, può fornire informazioni importanti anche nei pazienti oncologici e conseguentemente guidare le successive strategie terapeutiche. Nei pochi casi segnalati in letteratura sono descritte recidive e/o evoluzioni verso quadri di CID fulminanti. È pertanto necessaria una particolare attenzione ad un deterioramento della funzione renale associato a segni di emolisi anche in assenza di trattamenti farmacologici potenzialmente endotelio-lesivi.

Tabella 1. Indici laboratoristici basali (T0), al momento del ricovero (T1), al momento della biopsia renale (T2) e della dimissione (T3).

Murgia S., Fenoglio R., Basolo B., Rollino C., Beltrame G., Ferro M., Mesiano P., Quattrocchio G., Roccatello. D.
(Struttura Complessa a Direzione Universitaria di Nefrologia e Dialisi e Centro di Ricerche di Immunopatologia e Documentazione; Malattie Rare, Ospedale Giovanni Bosco e Università di Torino)
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