Le vasculiti renali sono patologie dell’età adulta caratterizzate da severa presentazione clinica, complicanze e prognosi. Presentano spesso esito infausto nei pazienti più anziani (1). Riportiamo una revisione della nostra casistica con attenzione alla fascia di età di esordio della vasculite.
Revisione casistica bioptica monocentro 2005-2016. Criteri di inclusione: diagnosi bioptica di vasculite, ANCA-positività, trattamento immunosoppressivo. Valutati: età alla diagnosi, ANCA-positività, presentazione clinica, terapia, necessità di dialisi. Outcome-primario: morte. Outcome-secondario: recupero funzione renale.
240 biopsie: 11 vasculiti ANCA-relate (0.05%). Età media: 65 ±15 anni.
Esordio clinico: GNRP nel 100%, 9 (81%) presentavano solo interessamento renale, 2 polmonare e prime vie aeree. 6 pazienti (54%) richiedevano trattamento dialitico dall’esordio.
MPO positività nel 72%.
Terapia: steroide+ciclofosfamide o mofetile micofenolato (100%), plasmaferesi (38%), Rituximab (un paziente).
Gruppo pazienti di età < 65 anni (n=5): 60% ANCA-MPO positivi, 3 necessitavano di dialisi all’esordio, 3 di plasmaferesi . Outcome: mortalità 0%; ESRD-dialisi dipendente: 3 pazienti (60%); recupero funzione renale: 2 pazienti MPO-pos (40%).
Gruppo pazienti di età > 65 anni (n=6): 83% ANCA-MPO positivi, 3 necessitavano di dialisi all’esordio, 1 di plasmaferesi. Outcome: mortalità 66% (n=4), exitus per complicanze infettive in tutti i casi, con tempo medio tra diagnosi ed exitus di 2 mesi; ESRD-dialisi dipendente: 1 paziente (20% dei casi); recupero funzione renale: 1 pazienti (20%). Uno dei pazienti sopravvissuti: negativizzazione ANCA.
I nostri dati mostrano un severo tasso di mortalità nei pazienti di età superiore a 65 anni, con un breve intervallo di tempo tra la diagnosi e l’exitus. Il recupero di funzione renale è osservabile anche nel gruppo dei pazienti over-65. Inoltre i pazienti anziani che superano la fase acuta, pur rimanendo dipendenti da dialisi, raggiungono una remissione della vasculite con negativizzazione ANCA, suggerendo che in questi pazienti il trattamento immunosoppressivo sia da ritenersi di fondamentale importanza nonostante l’età avanzata.