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Nefrologia clinica

Associazione di un polimorfismo del singolo nucleotide del gene BAFF con la risposta al rituximab nelle vasculiti ANCA-associate

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Razionale

Il rituximab è efficace nelle vasculiti ANCA-associate (AAV) sia per l'induzione che per il mantenimento della remissione; recidive di malattia sono frequenti dopo la sospensione e non esistono biomarkers affidabili. Esploriamo in questo studio il ruolo di fattori genetici come predittori della risposta clinica al rituximab nelle AAV.

Casistica e Metodi

Abbiamo genotipizzato 18 polimorfismi del singolo nucleotide (SNPs) scelti secondo un razionale biologico. Gli outcomes erano rischio di Treatment-Failure (TF) 6 mesi dopo la somministrazione ed il Time to TF. 

Risultati

Abbiamo reclutato 213 pazienti nella primary e 109 nella replication cohort. Uno SNP della regione regolatoria del gene BAFF è risultato associato al time to TF nella primary (HR 12.4, p=7x10-04) e nella replication cohort (HR 5.4, p=0.002). Dopo meta-analisi è emersa un'associazione dello SNP con entrambi gli outcomes.

Risultati di associazione per uno SNP della regione regolatoria del gene BAFF e i 2 outcomes esplorati
Outcome Primary cohort Replication cohort Meta-analyses
OR/HR - p OR/HR - p OR/HR - p
Rischio di TF a 6 mesi 9.1 - 0.07 8.6 - 0.009 8.8 - 0.007
Time to TF 12.4 - 7.4x10-4 5.4 - 0.002

7.3 - 8.5x10-6

Le caratteristiche cliniche dei portatori del genotipo a rischio includevano maggior frequenza di linfociti B rilevabili a 6 mesi dalla terapia (50% vs 14%, p=0.02).

All'analisi per sottogruppi l'associazione si è confermata nei pazienti con malattia PR3-ANCA (TF a 6 mesi OR 9, p=0.01; time to TF HR 8.2, p=8.7x10-6), mentre nei pazienti con malattia MPO-ANCA è emersa nella primary cohort una associazione nell'area IL2-IL21 (TF a 6 mesi e Time to TF p=0.03 e p=0.02)

 

Conclusioni

Abbiamo identificato uno SNP che potrebbe avere un ruolo nel predire la risposta al rituximab nelle AAV. La sua localizzazione e le caratteristiche cliniche dei portatori del genotipo sfavorevole suggerirebbero un ruolo nella modulazione dei livelli di BAFF. 

Alberici F.(1), Cassia M.(1), Jones R.(2), Holle J.(3), Neumann T.(3), Gregorini G.(4), Sinico R.A.(1), Brenna I.(1), Pedone M.(1), Roccatello D.(5), Bruchfeld A.(3), Baslund B.(3), Tesar V.(3), Martorana D.(6), Vaglio A.(6), Smith K.(2), Jayne D.(2)
((1)ASST Santi Paolo e Carlo, Ospedale San Carlo Borromeo, Milano; (2)Università di Cambridge; (3)European Vasculitis Society (EUVAS); (4)AO Spedali Civili, Brescia; (5)Ospedale San Giovanni Bosco, Torino; (6)Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma)
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