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Miscellanea

Immunosoppressori ed antivirali per il virus dell’epatite C: efficacia e sicurezza in un trapiantato renale

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Razionale

La letteratura riguardo l’utilizzo dei farmaci antivirali orali, inibitori delle proteasi del virus dell’epatite C, nei trapiantati renali HCV+ è ad oggi limitata. In particolare sono ancora pochi i dati sulla loro sicurezza in questa classe di pazienti, sulle possibili interazioni farmacologiche con gli immunosoppressori e riguardo il loro impatto sul graft. 

Casistica e Metodi

Descriviamo il caso di una paziente di 58 anni, portatrice di malattia policistica, trapiantata renale nel 2004 dopo nefrectomia bilaterale nel 2003 e precedente trattamento dialitico dal 1997 al 2004.

La diagnosi di HCV è stata posta nel 2000 (genotipo 1b, HCVRNA pari a 37.600 UI/mL). La fonte del contagio non era nota. La biopsia epatica eseguita nel 2001 descriveva epatite cronica di lieve entità.

La terapia immunosoppressiva stabilizzata prevede tacrolimus 1 mgx2 e micofenolato mofetile 180 mg 1cp. Inoltre assume gaviscon, amlodipina, ramipril, calcitriolo, micofenolato mofetile, acido acetilsalicilico, colecalciferolo.

In seguito ad ipertransaminasemia, eseguiva elastografia nell’ottobre 2015, da cui emergeva fibrosi evoluta (F3 sec. METAVIR).

In data 13/11/2015 iniziava trattamento con antivirali orali: harvoni (90 mg di Ledipasvir e 400 mg di Sofosbuvir) 1 cp al dì per 12 settimane e ribavirina 400 mg x2 per 12 settimane, entrambi conclusi il 6/2/16.

Risultati

In seguito all’inizio della terapia antivirale la viremia si riduceva rapidamente, azzerandosi al controllo di gennaio 2016 e mantenendosi negativa nei successivi (SVR12) e ad oggi.

La funzione renale si è mantenuta stabile (creatininemia 1,13-1,2mg/dl).

Il dosaggio della tacrolemia si è mantenuto in range.

Non vi sono stati effetti nell’interazione con gli altri farmaci immunosoppressori.

Si segnala comparsa di anemia normocitica (Hb da 11.2 a 9.9 g/dl) asintomatica verosimilmente secondaria all'assunzione di ribavirina.

Conclusioni

Nella nostra esperienza, sebbene limitata a singoli casi, i nuovi antivirali ed in particolare il Sofosbuvir sono risultati essere dei farmaci sicuri anche in pazienti con una terapia impegnativa come quella immunosoppressiva. 

Pian M., Gerini U., Carraro M., Arbo P., Bedina E., Bonincontro M.L., Filippi I., Lorenzon E., Savi U., Bregant C., Ermacora E., Grignetti M., Ianche M., Artero M.L., Bianco F., Di Maso V., Galli G., Leonardi S., Sirch C., Crocè L.S.(1), Abazia C.(1), Tiribelli C.(1), Masutti F.(1), Boscutti G.
(SC Nefrologia e Dialisi, Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Trieste; (1)Clinica Patologie del Fegato, , Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Trieste )
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