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Insufficienza renale acuta

Mediatori del precondizionamento ischemico remoto coinvolti nella prevenzione del danno renale in pazienti sottoposti ad intervento cardiochirurgico: trial clinico prospettico, in doppio cieco, caso-controllo, randomizzato

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Razionale

L’insufficienza renale acuta (Acute Kidney Injury, AKI) si manifesta fino al 45% dei pazienti sottoposti ad intervento cardiochirurgico, con necessità di terapia sostitutiva della funzione renale nell’1-2% dei casi. Il precondizionamento ischemico è una risposta adattativa di un tessuto, stimolata da un’ischemia od un insulto tossico non letali che medino la protezione dell'organo stimolato (ischemic preconditioning, IPC) o di un organo a distanza (remote-IPC, RIPC) alla successiva esposizione ad un danno sovrapponibile o di diversa natura. Studi non invasivi sull’uomo hanno dimostrato un effetto renoprotettivo del RIPC in soggetti sottoposti ad interventi di chirurgia cardiovascolare. Questo studio si propone di valutare se il RIPC possa prevenire l’insorgenza di AKI in soggetti sottoposti ad intervento cardochirurgico, analizzando il valore predittivo dei biomarcatori di AKI ed i cambiamenti indotti in alcuni dei possibili mediatori dei meccanismi protettivi di precondizionamento (Figura 1).

Casistica e Metodi

Trial clinico in doppio cieco, con due bracci paralleli, controllato, randomizzato, valutante l’ipotesi che il RIPC prevenga l’insorgenza di AKI in 500 pazienti adulti sottoposti a intervento di cardiochirurgia (bypass aortocoronarico e/o chirurgia valvolare on pump). I pazienti arruolabili verranno randomizzati in rapporto 1:1 nel braccio di intervento (RIPC,4 cicli di ischemia/riperfusione dell’arto superiore) o nel Gruppo di controllo (RIPC simulato, 4 cicli di pseudo ischemia e riperfusione). In entrambi i gruppi saranno raccolti campioni ematici ed urinari per la determinazione di differenti biomarcatori coinvolti nel meccanismo di RIPC

Risultati

Conclusioni

I risultati di questo studio potrebbero influenzare il trattamento dei pazienti sottoposti ad intervento cardiochirurgico. Il RIPC consiste in una procedura semplice, non costosa, che potrebbe alleviare gli effetti dell’ischemia. Una riduzione dell’incidenza di AKI potrebbe comportare un miglioramento della qualità della vita, un impatto sulla mortalità a breve e lungo termine, una riduzione della durata dell’ospedalizzazione, del tasso di terapia sostitutiva della funzione renale e dell’utilizzo di risorse sanitarie.

Possibili meccanismi umorali e cellulari implicati nella protezione d'organo indotta dal RIPC

Bonanni A., Miceli F., Budaj I., Gabutti P., Chierchia S., Deferrari G.
(Istituto Clinico Ligure di Alta Specialità (I.C.L.A.S.), Via Cabruna 21, 16035, Rapallo (GE) )
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