L’insufficienza renale acuta (Acute Kidney Injury, AKI) si manifesta fino al 45% dei pazienti sottoposti ad intervento cardiochirurgico, con necessità di terapia sostitutiva della funzione renale nell’1-2% dei casi (Chertow G et al, 1997 [1] (full text)).
Il precondizionamento ischemico è una risposta adattativa di un tessuto, stimolata da un’ischemia od un insulto tossico non letali che medino la protezione dell'organo stimolato (ischemic preconditioning, IPC) o di un organo a distanza (remote-IPC,RIPC) alla successiva esposizione ad un danno sovrapponibile o di diversa natura (Kharbanda RK et al, 2002 [2] (full text).
Il meccanismo alla base del RIPC si compone di 3 eventi correlati (Figura 1):
1) ischemia/riperfusione (I/R) nell'organo/tessuto remoto
2) trasmissione del segnale protettivo dall'organo/tessuto remoto all'organo/tessuto bersaglio attraverso fattori umorali, meccanismi neuronali e/o risposte sistemiche antiinfiammatorie
3) effetto protettivo nell'organo bersaglio
Studi non invasivi sull’uomo hanno dimostrato un effetto nefroprotettivo (Venugopal V et al, 2010 [3] (full text), Zarbock A et al , 2015 [4], Candilio L et al, 2015 [5]) del RIPC in soggetti sottoposti ad interventi di chirurgia cardiovascolare.
Questo studio si propone di valutare se il RIPC possa prevenire l’insorgenza di AKI in soggetti sottoposti ad
intervento cardochirurgico e di analizzare il valore predittivo dei biomarcatori di AKI e di alcuni dei possibili mediatori dei meccanismi protettivi di precondizionamento (Figura 2).
Trial clinico in doppio cieco, con due bracci paralleli, controllato, randomizzato,valutante l’ipotesi che il RIPC prevenga l’insorgenza di AKI in pazienti adulti sottoposti ad intervento cardiochirurgico in elezione (bypass aortocoronarico e/o chirurgia valvolare on pump).
I pazienti arruolabili (n=500) verranno randomizzati in rapporto1:1 nei seguenti gruppi:
1) intervento attivo, RIPC (Figura 3): praticato dopo l’induzione anestesiologica e prima dell’anestesia generale e della successiva incisione cutanea, attraverso 4 cicli di I/R dell’arto superiore consistenti in 5 minuti di insufflazione di un bracciale per la misurazione della pressione arteriosa a 200 mmHg o ad una pressione di 50 mmHg al di sopra della pressione sistolica, seguiti da 5 minuti di sgonfiamento del bracciale
2) gruppo di controllo, RIPC simulato (Figura 4): praticato con le stesse tempistiche del RIPC attraverso 4 cicli di pseudo ischemia e riferfusione dell’arto superiore consistenti in 5 minuti di insufflazione di un bracciale per la misurazione della pressione arteriosa a 10 mmHg, seguiti da 5 minuti di sgonfiamento del bracciale, senza indurre nessuna ischemia dell’arto.
In entrambi i gruppi saranno raccolti campioni ematici ed urinari per lo studio delle eventuali modifiche indotte in alcuni possibili mediatori del precondizionamento.
Endpoint primario: insorgenza di AKI (definita secondo i criteri KDIGO da un incremento della creatinina sierica ≥ 0,3 mg/dl entro 48 ore o ≥1,5 volte il valore basale o da un volume urinario <0.5 ml/kg/h per 6 ore) entro le 72 ore dall’intervento cardiochirurgico.
Endpoints secondari:
I risultati di questo studio potrebbero influenzare il trattamento dei pazienti sottoposti ad intervento cardiochirurgico.
Il RIPC infatti consiste in una procedura semplice, non invasiva nè costosa, che potrebbe alleviare gli effetti dell’ischemia.
Una riduzione dell’incidenza di AKI potrebbe comportare un miglioramento in termini di:
Lo studio dei marcatori potenzialmente coinvolti nel meccanismo di precondizionamento potrebbe aiutare a selezionare dei fattori predittivi di risposta al RIPC e ad individuare i pazienti potenzialmente responsivi, permettendo lo sviluppo di una medicina personalizzata.
[1] Chertow GM, Lazarus JM, Christiansen CL et al. Preoperative renal risk stratification. Circulation 1997 Feb 18;95(4):878-84 (full text)
[2] Kharbanda RK, Mortensen UM, White PA et al. Transient limb ischemia induces remote ischemic preconditioning in vivo. Circulation 2002 Dec 3;106(23):2881-3 (full text)
[3] Venugopal V, Laing CM, Ludman A et al. Effect of remote ischemic preconditioning on acute kidney injury in nondiabetic patients undergoing coronary artery bypass graft surgery: a secondary analysis of 2 small randomized trials. American journal of kidney diseases : the official journal of the National Kidney Foundation 2010 Dec;56(6):1043-9 (full text)
[4] Zarbock A, Schmidt C, Van Aken H et al. Effect of remote ischemic preconditioning on kidney injury among high-risk patients undergoing cardiac surgery: a randomized clinical trial. JAMA 2015 Jun 2;313(21):2133-41
[5] Candilio L, Malik A, Ariti C et al. Effect of remote ischaemic preconditioning on clinical outcomes in patients undergoing cardiac bypass surgery: a randomised controlled clinical trial. Heart (British Cardiac Society) 2015 Feb;101(3):185-92
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