La peritonite in DP contribuisce al fallimento della metodica ed alla mortalità. Prevenirla e curarla è pertanto essenziale. Abbiamo analizzato retrospettivamente l’incidenza, l’eziologia e gli esiti delle peritoniti in relazione alle innovazioni delle tecniche dialitiche introdotte nel nostro reparto nell’arco di oltre 30 anni.
I pazienti prevalenti sono stati suddivisi in 3 gruppi: (periodo 1979-1983) - 28 pazienti con 60 episodi di peritonite con utilizzo del set lineare; (periodo 1984-1990) - 55 pazienti con 102 peritoniti con utilizzo del sistema a Y con disinfettante; (periodo 1991-2015) - 305 pazienti con 262 peritoniti con sistema a doppia sacca.
In 36 anni di DP nel nostro centro 358 pazienti incidenti hanno sviluppato 445 peritoniti con i seguenti esiti: 93% risoluzione con terapia medica; 5% rimozione del catetere; 2% decesso. Il 52% dei pazienti in DP non ha mai sviluppato peritonite. Il tempo medio dall’inizio della dialisi al primo episodio di peritonite è incrementato da 220 a 540 fino a 720 giorni nel 3° gruppo. L’incidenza di peritonite si è ridotta nel tempo (vedi Figura) ed è stata complessivamente di 1 episodio/28 mesi di trattamento, spostando la prevalenza da gram-positivi a gram-negativi. L’APD nella nostra esperienza ha mostrato un’incidenza di peritonite più bassa rispetto alla DP manuale (CAPD) (1/45 mesi vs 1/25 mesi) con un’età media dei pazienti trattati inferiore (56 vs 69 anni) ed una diversa eziologia (prevalentemente gram-negativi in APD, gram-positivi in CAPD).
L’incidenza di complicanze peritonitiche si è ridotta negli anni e l’eziologia è cambiata conseguentemente all’evoluzione della connettologia e, probabilmente, all’“effetto centro”. Inoltre, il tasso di guarigione è sempre rimasto alto con bassa mortalità. La nostra esperienza pluriennale conferma che le peritoniti hanno molto spesso un esito clinico favorevole e pertanto tale complicanza non dovrebbe scoraggiare un maggior impiego della DP.