Una problematica sanitaria prevalente, anche in ambito nefrologico, è la gestione cronica dei trattamenti sostitutivi. Migliorare il coinvolgimento attivo del paziente nella gestione della malattia cronica, si traduce in un outcome clinico positivo ed in una minore ospedalizzazione. Scopo dello studio è stato quello di misurare, in assenza di dati di letteratura, il grado di autonomia del paziente nella gestione delle cure, in dialisi peritoneale ed emodialisi a confronto.
100 pazienti, confrontabili per sesso, età, comorbidità ed età dialitica, sono stati valutati con l’ausilio di scale psicometriche: PHE (Patient Health Engagement), che misura l’ elaborazione emotiva della malattia, e PAM (Patient Activation Measure) che rileva il grado di competenza nella gestione delle cure. Le scale sono validate in diverse aree medico specialistiche ma non in Nefrologia. Il confronto dei punteggi delle scale tra i due gruppi è stato valutato con il test di Stuart Maxwell. La correlazione tra le variabili continue (età ed età dialitica) e categoriche (comorbidità) con i punteggi delle scale è stata effettuata rispettivamente con il test di Kruskall-Wallis e il test di Fisher.
Il 76% dei pazienti in dialisi peritoneale si colloca al più alto livello della scala PAM, mentre per i pazienti in emodialisi solo nel 34% dei casi (p<0.001) . Per la scala PHE i punteggi non sono significativamente diversi nei due gruppi (p=0.07). L'età, il tempo in dialisi e le comorbidità non sono correlati con i punteggi delle scale. La valutazione dei giorni di ricovero per anno, nei due gruppi, era minore nei pazienti in dialisi peritoneale, ma il confronto non è risultato statisticamente significativo.
I nostri pazienti dimostrano, con dati definitivi, che il coinvolgimento attivo in Dialisi Peritoneale è superiore rispetto al paziente in emodialisi a parità di ogni altra variabile misurata.
