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Dialisi Peritoneale

L’UTILIZZO DELLE TECNOLOGIE DELL’INFORMAZIONE E DELLA COMUNICAZIONE (TIC) NELLA GESTIONE DELLA TERAPIA DIALITICA DOMICILIARE COME MEZZO DI COMUNICAZIONE TRA OSPEDALE E TERRITORIO

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INTRODUZIONE

L’insufficienza Renale Cronica (IRC) costituisce un problema sociale rilevante, circa il 10% della popolazione mondiale risulta esserne affetto  [1]essa ha un impatto considerevole sulla sanità pubblica, in virtù dell’aumentata morbilità e mortalità cardiovascolare della popolazione uremica e del costo elevato delle terapia [2] (full text)  [3].

La Dialisi Peritoneale (DP) costituisce un’opzione terapeutica importante, per i pazienti con uremia terminale, per motivi clinici e non solo:

  • Età anagrafica elevata della popolazione uremica incidente
  • Elevato numero di comorbidità in particolare di tipo cardio-vascolare (scompenso cardiaco, vasculopatia polidistrettuale) che fanno preferire la DP alla emodialisi (HD)
  • Costi più contenuti della DP rispetto alla HD
  • Possibilità di promuovere l’empowerment del paziente, inteso come la capacità di “fare fronte” alla patologia cronica, sviluppando le abilità di autocura, mantenendo il più possibile l’ammalato al proprio domicilio

Il Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (DGR n°59-3569 del 19/03/2012) dedicato alla malattia renale cronica avanzata ed alla dialisi domiciliare, ed il contributo economico a quest’ultima riconosciuto (DGR n°8-12316 del 12/10/2009) hanno permesso in Regione Piemonte, un incremento del numero di pazienti trattati con tale modalità assistenziale.

Tale scelta è risultata strategicamente molto importante nell’ottica della deospedalizzazione del paziente uremico terminale.

La gestione della terapia dialitica peritoneale a domicilio, nel VCO (Fig. 1), ha sempre previsto l’utilizzo di procedure aziendali standardizzate [4].

Esse vengono utilizzate da personale esperto che si occupa di addestrare paziente e caregiver alla esecuzione della DP a domicilio e che prevede la scrupolosa applicazione delle stesse.

Paziente e caregiver, spesso mercenario (es. badanti), hanno sempre più nel tempo manifestato dimestichezza nell’utilizzo delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (TIC) e degli strumenti atti ad usufruire delle stesse (es tablet, smartphone).

È un dato consolidato che la comunicazione per immagine ha preso sempre più il sopravvento rispetto a quella tradizionale dattiloscritta.

Esiste inoltre, la necessità di addestrare il personale non dedicato che opera nei reparti di degenza nefrologica collocati in ambito dipartimentale e spesso soggetto ad elevato turnover, nonché la necessità di addestrare personale che opera in strutture extra ospedaliere presenti sul territorio come le Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA).

Da quanto esposto scaturisce l’esigenza di poter usufruire delle procedure in precedenza menzionate con facilità, sia all’interno dell’ambiente ospedaliero, ma soprattutto al domicilio del paziente o in strutture territoriali [5] (full text).

Una risposta a tale esigenza potrebbe essere l’utilizzo del QR CODE: un codice a barre bidimensionale, sotto forma di matrice, composto da moduli all’interno di uno schema di forma quadrata.

MATERIALI E METODI

Il QR CODE è una TIC di facile consultazione, che negli ultimi anni ha registrato un’ampia diffusione. La traduzione letterale di QR CODE è: risposta rapida in codice.

Il progetto prevede di creare dei QR CODE ad hoc che contengano brevi filmati o slide sequenziali, utili ad una corretta gestione dei programmi di Dialisi Peritoneale a domicilio o in RSA.

Il QR CODE posizionato presso la postazione dialitica (es. sul Cycler) sotto forma di etichette plastificate può essere scansionato e letto da qualunque smartphone o tablet (Fig. 2).

Le immagini visive in ciascuno di essi contenute, possono far riferimento a procedure standard (es. fasi del training) o alla modalità di risoluzione di piccoli problemi ricorrenti, cui il paziente deve far fronte presso il domicilio nella gestione della propria terapia dialitica (Fig. 3 - 4).

La creazione del QR CODE è di facile applicazione:

  1. Registrazione account di GOOGLE
  2. Registrazione dei video
  3. Caricamento dei video su Youtube, grazie all’account Google creato in precedenza. Le impostazioni da utilizzare rispetto alla privacy sono: modalità «NON IN ELENCO», ciò consente la consultazione solo ai possessori del QR
  4. Condivisione del video tramite opzione «CONDIVIDI» di Youtube che permette di ottenere l’URL privato utilizzabile con il QR Code GENERETOR (applicazione scaricabile gratuitamente da internet)
  5. Accesso all’applicazione QR Code Generator, con automatica creazione di nuovo QR Code, associazione di quest’ultimo all’Url in precedenza creato. Sono possibili 2 opzioni:

    - QR CODE STATICO: in caso di modifica delle informazioni deve essere ricreato un nuovo QR

    - QR CODE DINAMICO: permette di poter modificare il contenuto del QR senza ricrearne un altro, l’immagine del QR rimane la medesima

  6. Lettura del QR Code creato ed associato al video, attraverso QR Code Reader (applicazione scaricabile gratuitamente da internet)

Il QR Code risulta quindi essere, una TIC di facile consultazione, velocemente divulgabile nell’utilizzo comune e con costi irrilevanti.

RISULTATI

L’idea di questo progetto, in utilizzo in via sperimentale, nasce dall’esigenza di venire incontro alle difficoltà che l’utenza incontra nella gestione domiciliare o sul territorio (RSA) di patologie complesse ed altamente invalidanti come la Malattia Renale Cronica in fase terminale. [6]

Tale supporto assistenziale costituisce un sostegno operativo facilmente accessibile, ribadendo il ruolo centrale che il paziente e il suo caregiver hanno nella gestione della patologia cronica in ambiente non “protetto” sia esso il proprio domicilio o altro tipo di residenza territoriale.

L’utilizzo delle TIC e nella fattispecie del QR Code in tale ambito, potrebbe infatti consentire:

  • Maggiore sicurezza al paziente e al caregiver nella gestione domiciliare della dialisi e riduzione dello stato di ansia legato alla terapia stessa
  • Riduzione del margine di errore nell’esecuzione delle manovre, i video permettono di ottenere messaggi più chiari rispetto alle procedure tradizionali
  • Più agevole reclutabilità di caregiver mercenario di nazionalità straniera, che attraverso i filmati supera più facilmente l’ostacolo legato alla lingua
  • Riduzione del numero di accessi ospedalieri correlati al re-training
  • Risparmio in termini di tempo, anche per il personale, nell’accesso alle procedure
  • Utilizzo di strumenti e/o tecnologie a favore di una terapia di eccellenza

CONCLUSIONI

La comunicazione per immagini oggi, grazie all’utilizzo della tecnologia, ha superato quella che è la comunicazione verbale o scritta.

Queste ultime infatti risultano essere meno chiare e più difficili da applicare su una tipologia di paziente anziano e gravato da numerose comorbidità, che rendono difficoltosa la gestione di una terapia a domicilio.

L’utilizzo delle TIC faciliterebbe la diffusione delle buone pratiche aziendali e nella fattispecie, potrebbe migliorare lo sviluppo del programma di Dialisi Peritoneale Domiciliare con le relative ricadute in termini di deospedalizzazione e gestione territoriale del paziente con Malattia Renale Cronica terminale, limitando gli accessi dello stesso alla Struttura Ospedaliera per eventi acuti o per i controlli di routine regolarmente programmati. [7]

L’impiego di strumenti e tecnologie ha altresì l’obiettivo di mantenere elevato lo standard di qualità della terapia erogata, anche nei momenti di assenza di personale sanitario specializzato.

Esso potrebbe costituire una sorta di videoassistenza domiciliare, in grado di coniugare soluzioni tecnologiche con i bisogni di salute del paziente, in linea con quanto suggerito dal Piano Nazionale della Cronicità recentemente redatto dal Ministero della Salute (Luglio 2016).

Nella nostra realtà operativa partendo da tali presupposti si sta valutando l’opportunità di un utilizzo abituale del QR Code nella gestione dei programmi di Dialisi Peritoneale sul territorio.

Tale modus operandi potrebbe altresì essere esteso anche ad altri ambiti assistenziali caratterizzati da un forte feedback tra ospedale e territorio.

BibliografiaReferences

[1] Coresh J, Astor BC, Greene T et al. Prevalence of chronic kidney disease and decreased kidney function in the adult US population: Third National Health and Nutrition Examination Survey. American journal of kidney diseases : the official journal of the National Kidney Foundation 2003 Jan;41(1):1-12

[2] Sarnak MJ, Levey AS, Schoolwerth AC et al. Kidney disease as a risk factor for development of cardiovascular disease: a statement from the American Heart Association Councils on Kidney in Cardiovascular Disease, High Blood Pressure Research, Clinical Cardiology, and Epidemiology and Prevention. Hypertension (Dallas, Tex. : 1979) 2003 Nov;42(5):1050-65 (full text)

[3] Baigent C, Burbury K, Wheeler D et al. Premature cardiovascular disease in chronic renal failure. Lancet (London, England) 2000 Jul 8;356(9224):147-52

[4] Cancarini GC, Italian Society of Nephrology [Guidelines of the Italian Society of Nephrology. Peritoneal dialysis Guidelines]. Giornale italiano di nefrologia : organo ufficiale della Societa italiana di nefrologia 2003 Sep-Oct;20 Suppl 24:S109-28

[5] Piraino B, Bernardini J, Brown E et al. ISPD position statement on reducing the risks of peritoneal dialysis-related infections. Peritoneal dialysis international : journal of the International Society for Peritoneal Dialysis 2011 Nov-Dec;31(6):614-30 (full text)

[6] Amici G, Bergia R, Cancarini G et al. Prescription in peritoneal dialysis. Journal of nephrology 2013 Nov-Dec;26 Suppl 21:83-95

[7] Bongiovanni I, Couillerot-Peyrondet AL, Sambuc C et al. [Cost-effectiveness analysis of various strategies of end-stage renal disease patients' care in France]. Nephrologie & therapeutique 2016 Apr;12(2):104-15

release  1
pubblicata il  30 settembre 2016 
da Borzumati M., De Nicola M., Bonvegna F., Gioira S
(SOC Nefrologia, Ospedale Castelli, Verbania)
Parole chiave: dialisi peritoneale, QR Code, territorio
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