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Emodialisi

Impatto del profilo UF incrementale sulla funzione del ventricolo sinistro nel paziente in emodialisi cronica

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Razionale

Diversi studi hanno evidenziato mediante ecocardiografia e PET miocardica che il trattamento emodialitico comporta una disfunzione ventricolare maggiormente evidente nei primi trenta minuti dall’avvio del trattamento. I profili dell’ultrafiltrazione rappresentano dei possibili presidi volti alla stabilizzazione emodinamica del paziente. Abbiamo ipotizzato che il profilo UF incrementale possa avere un miglior impatto sulla performance cardiaca che abbiamo valutato mediante ECO-GLS (global longidudinal strain).

Casistica e Metodi

Abbiamo studiato 6 pazienti  maschi con negatività anamnestica per ischemia inducibile e FE > 50% (Simpson)  in emodialisi cronica trisettimanale afferenti al nostro centro. In ciascun paziente è stato valutato l’impatto della UF costante e della UF incrementale sui valori di eco-GLS a 0’, 30’, 180’ di trattamento e a 15 ‘ post-dialisi in due sedute emodialitiche infrasettimanali.

Risultati

Nella tabella sono riportati i valori di ECO-GLS rilevati in corso dei trattamenti emodialitici con UF incrementale ed UF costante. L’ECO-GLS  è rimasto stabile ed entro i range normali di riferimento (-19%±2) per l’intera seduta di emodialisi con UF incrementale pari ad un massimo di 1000 ml/h nell’ultimo quarto d’ora di trattamento. Al contrario, l’ECO-GLS è variato molto, con tendenza alla positivizzazione durante la seduta emodialitica condotta ad UF costante.

Conclusioni

L’evidenza di un minor stress miocardico dialisi-correlato osservato con UF incrementale potrebbe essere spiegato nell’ambito di un miglior adattamento del paziente al trattamento. È possibile che una minor sottrazione di volume nella prima mezz’ora ”critica” di trattamento, con graduale successivo incremento, permetta al paziente di attivare in modo più efficace ed adeguato i meccanismi di compenso allo stimolo ipovolemico (attivazione sistema RAAS, vasocostrizione periferica, etc.) per raggiungere e mantenere la stabilità emodinamica per l’intera seduta emodialitica.

Saturno L.(1), Simeoni M.(1), Sacco W.(2), Aquila I.(2), Indolfi C.(2), Fuiano. G.(1)
((1)U.O. Nefrologia e Dialisi, Università Magna Graecia di Catanzaro; (2)U.O. Cardiologia, Università Magna Graecia di Catanzaro)
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