Studi recenti hanno dimostrato che l’HDF-OL può ridurre la progressione della malattia cardiovascolare nei pazienti in dialisi, maimeccanismi molecolari non sono ancora noti. Attraverso un approccio high-throughput, abbiamo studiato il profilo di espressione genica dei LMP di pazienti che si sottopongono a HDF-OL rispetto a quelli trattati con Bicarbonato dialisi (BHD).
Il profilo trascrittomico è stato valutato nei LMP di 10 pazienti stabilmente in trattamento con HDF-OL (convezione>22 L) e 10 pazienti in BHD, mediante microarray (Agilent Technologies). I risultati sono stati valutati mediante analisi statistica (Genespring) e funzionale delle pathway (Ingenuity Pathway Analysis). L’espressione dei geni è stata validata in real time PCR. In vitro, mediante esame citofluorimetrico, è stato studiata la capacità dei sieri dei pz trattati con BHD o HDF-OL di indurre la transdifferenziazione endotelio-mesenchimale su cellule endoteliali umane immortalizzate (Ea-Hy).
Nei gruppi HDF-OL e BHD, sono risultati differentemente espressi 868 geni (FC ≥1,5). In particolare, nel gruppo HDF-OL sono risultati down-regolati il PDGF-beta (FC=-2,13) (marker di progressione dell’aterosclerosi), la Monoammino Ossidasi A (FC=-2,4) (implicata nello stress ossidativo) e la Clusterina (FC=-2.14) (coinvolta nella patogenesi della vasculopatia); l’Interleuchina 6 (FC=-1.7) (citochina pro-infiammatoria) e il VEGF (formazione e destabilizzazione delle placche aterosclerotiche) ed up-regolato il gene dell’Apolipoproteina E (FC=+1,7) (attività antiossidante/anti-infiammatoria). La differente espressione di tali geni è stata confermata, mediante real time PCR, confrontando una coorte indipendente di pazienti in HDF-OL (n=15) e BHD (n=15) (p<0,01) e un sottogruppo di pazienti in BHD convertiti a HDF-OL per 6 mesi (p<0,01). In vitro, il siero dei pz in BHD ha indotto una riduzione della VE-Caderina, marcatore endoteliale, (-66% vs HDF-OL, p=0,000001) e un aumento della Vimentina, marcatore fibroblastico, (+37%, p=0,0004).
L’HDF-OL può contribuire a ridurre il rischio cardiovascolare nei pz in emodialisi attraverso la modulazione di differenti pathway implicate nella progressione della malattia aterosclerotica.