Il corretto controllo dell’iperfosforemia è uno degli obiettivi più importanti da perseguire nella gestione del paziente in dialisi e dipende da diversi fattori: dieta, aderenza alla terapia e dialisi. Gli alimenti contenenti fosforo in forma di additivo sono sempre più presenti sulle tavole dei nostri pazienti ed un eccessivo introito dietetico determina un riassorbimento intestinale superiore alla rimozione dialitica. Con questo studio abbiamo voluto verificare come attraverso un adeguato couseling nutrizionale è stato possibile ottenere un soddisfacente controllo della fosforemia riducendo anche l’utilizzo dei chelanti.
Abbiamo selezionato 88 pazienti di età media 65 anni (± 15 aa) 54 maschi e 34 femmine in trattamento emodialitico presso il Nostro Centro da almeno sei mesi con livelli di fosforemia superiori 5.5 mg/dl, in terapia con chelanti del fosforo. Ad ogni paziente è stato distribuito un questionario da compilare in modo autonomo composto da 10 domande a risposta multipla relative al contenuto di fosforo nei vari alimenti e sull'importanza dell’assunzione dei chelanti. Successivamente ad ogni paziente è stato distribuito un opuscolo illustrativo sul contenuto di fosforo nei vari alimenti e dopo due settimane è stato eseguito un colloquio informativo con medico ed infermiere.
I dati del questionario hanno evidenziato che il 74% dei pazienti non sapeva quali erano i cibi a più basso contenuto di fosforo e il 65% dei pazienti non assumeva la terapia. Dopo un mese dal counseling nutrizionale si è assistito ad una riduzione della fosforemia del 43%, più evidente nel gruppo di pazienti con care-giver e ad un minor utilizzo di chelanti del fosforo.
Un adeguato controllo della fosforemia è possibile se si evitano alimenti ad alto contenuto di fosforo e contenenti additivi e ciò si può verificare grazie ad un percorso formativo che rende il paziente parte attiva nel processo di cura insieme al suo care giver.