Login




Emodialisi

Saturazione venosa centrale: valori di riferimento nei pazienti dializzati

poster

SATURAZIONE VENOSA CENTRALE: L’EMODINAMICA IN SALA DIALISI

La percentuale di saturazione in ossigeno (O2) dell'emoglobina nel sangue venoso centrale (SvcO2) è una misura della quantità di O2 che ritorna al cuore destro non essendo stata utilizzata dai tessuti. Tale parametro può essere agevolmente misurato eseguendo l’emogasanalisi di un campione ematico prelevato da un catetere venoso centrale (CVC) la cui punta sia posizionata alla giunzione tra vena cava superiore ed atrio destro. Essendo campionabile con minima invasività, la SvcO2 viene comunemente utilizzata come surrogato della saturazione del sangue venoso refluo da tutti i distretti corporei, presente in arteria polmonare. Infatti, seppur non del tutto intercambiabili, i due parametri sono strettamente correlati. Essi riflettono l’adeguatezza dell’apporto di O2 ai tessuti rispetto alle reali esigenze e, poiché questa è funzione sia del contenuto arterioso di O2 sia della gettata sistolica (Figura 1), tali indici assumono il significato di parametri emodinamici (Vincent JL - 2015 [1] (full text); Waley KR - 2011 [2]); per tale motivo l’opportunità diagnostica fornita dall'emogasanalisi di un campione ematico prelevato da un CVC è stata definita “finestra sulla perfusione” (Marano M - 2013 [3]).

In condizioni fisiologiche i ¾ dell’ossigeno trasportato dal sangue arterioso non vengono utilizzati a livello tessutale e quindi nel cuore destro la SvcO2 di norma è 75% (Figura 2). Un valore di SvcO2 pari o superiore al 70% è associato ad un aumento della sopravvivenza nei pazienti dei reparti di terapia intensiva, pertanto rappresenta un target terapeutico da perseguire con gli sforzi rianimatori.

Nei pazienti in emodialisi la SvcOpuò rappresentare un marker di stress cardiocircolatorio indotto dalla dialisi (Harrison LE - 2014 [4] McIntyre C - 2016 [5]) ed il suo monitoraggio può consentire di individuare precocemente il deterioramento emodinamico che precede l’ipotensione arteriosa intradialitica (Mancini E - 2016 [6]). Tuttavia in questi pazienti, la SvcO2 potrebbe essere di norma già ridotta rispetto alla popolazione generale poiché sono frequenti le condizioni in grado di ridurre l’apporto di O2 (anemia, desaturazione arteriosa, riduzione della frazione di eiezione) o di aumentarne il suo consumo. Infatti nei pochi report presenti in letteratura (Figura 3) la SvcO2 nei pazienti dializzati è compresa tra 50% e 60% (Cordtz J - 2008 [7],Perazzini C - 2013 [8], (Harrison LE - 2014 [4]; Campos I - 2016 [9] (full text)).

Scopo del presente lavoro è di individuare il range di valori di SvcO2 da considerarsi “attesi” o “normali” in pazienti emodializzati in fase di stabilità clinica ed in assenza di eventi clinici acuti. 

CASISTICA E METODI

Per selezionare una coorte di emodializzati cronici in fase di stabilità clinica sono stati valutati tutti i pazienti afferenti nel mese di marzo 2016 agli ambulatori di emodialisi "CIMASA" (Clinica Maria Rosaria, Pompei, Napoli), “San Giorgio” (di San Giorgio a Cremano e di Torre del Greco, Napoli) e “Centro Azzurro” (Torre Annunziata, Napoli) portatori di catetere tunnellizzato in una vena giugulare interna (il cui corretto posizionamento della punta era stato di prassi confermato con esame radiografico). Dopo l’esclusione dei pazienti con patologie in fase acuta o sottoposti a ricovero nei tre mesi precedenti, previo consenso scritto, è stato selezionato un campione di 81 pazienti; a ciascuno, prima del programmato trattamento emodialitico, è stato eseguito prelievo ematico dalla linea venosa del CVC per l’esecuzione di un’emogasanalisi effettuata in ciascun ambulatorio con l’ausilio dell’analizzatore Osmetech OPTITM CCA-TS (Osmetech, Roswell, GA 30076 USA e distribuito da Voden Medical Instruments S.r.l, 20030 Seveso, Milano), strumento concepito per la diagnostica presso i point-of-care, auto-calibrante e virtualmente privo di manutenzione. Oltre alla SvcO2 (misurata nel range 60-100% ed invece calcolata quando inferiore al 60%) in ogni campione venivano determinate le pressioni parziali di ossigeno (pO2) e di anidride carbonica (pCO2) ed i principali elementi dell’equilibrio acido-base. Di ogni parametro è stato calcolato il valore medio (±DS) e l’intervallo di confidenza al 95%. Per la SvcO2 sono state inoltre calcolate la mediana ed il range interquartile. E’ stato infine considerato “normale” o “atteso” l’intervallo di valori di SvcO2 compreso tra i centili 2,5 e 97,5.

Dalle cartelle cliniche informatizzate venivano acquisiti dati anamnestici e clinici e, se eseguita negli ultimi tre mesi, anche il referto di un'emogasanalisi arteriosa da cui veniva calcolato, tra l’altro, il contenuto totale di O2 nel sangue arterioso (CtO2= SaO2*1,34*Hb + α* pO2 /PATM*100; con α=0,023 e PATM = 760 mmHg ). Infine dal più recente esame ecocardiografico veniva acquisita la frazione di eiezione (FE), di questa è stata calcolata la mediana ed il range interquartile.

Il confronto tra medie è stato eseguito utilizzando il test del t di Student a due code ed è stata considerata significativa una p<0,05.

RISULTATI E DISCUSSIONE

La coorte oggetto di studio è rappresentata da 81 pazienti (47 di genere maschile) con età media di 73,7 ±14,2 anni in trattamento emodialitico da 42,4 ± 60,7 mesi. Nel 34,6% dei pazienti la nefropatia era secondaria a diabete mellito, nel 16 % ad ipertensione arteriosa, nel 9,9% erano presenti cause urologiche. Altre diagnosi erano formulate nel 16% dei casi e nei restanti 23,5% l’etiopatogenesi era sconosciuta. La funzione sistolica ventricolare sinistra era nel complesso conservata (FE mediana 55%, range interquartile 50-60%), ma in 24 pazienti (29,6%) la FE era ≤50%. Nel complesso questa coorte sembra rappresentativa della moderna popolazione dialitica (USRDS - 2015) [10]. I valori medi (±DS) dei principali parametri dell'emogasanalisi arteriosa, disponibile in 40 pazienti, mostravano una lieve acidosi metabolica ben compensata (pH 7,388±0,052; pCO2 36,4±3,4 mmHg; HCO3 21,6±2,6 mmol/l) ed una normale ossigenazione (pO2 85,9±11,9 mmHg; SO2 95,4±2,7%). Tuttavia in conseguenza del lieve stato anemico (Hb 10,7±1,4 g/dl) il contenuto totale di O2 nel sangue arterioso, uno dei determinanti della SvcO2, era sensibilmente ridotto: CtO2= 14.02 ± 1.9 ml di O2 per 100 ml di sangue (valore normale 20.4 ml di O2). Tale riduzione rappresenta il presupposto teorico per il riscontro di valori inferiori di SvcO2 nella popolazione dialitica in assenza di patologie acute. I risultati dell’emogasanalisi eseguita su campioni di sangue prelevati da CVC sono riportati nella tabella 1 e rappresentati in figura 4 e figura 5.

TABELLA 1 EMOGASANALISI DA CATETERE VENOSO CENTRALE

(N=81)

media ± DS

IC 95%

pH

7,333 ± 0,042

7,324 – 7,342

pCO2 mmHg

44,7 ± 5,3

43,6 – 45,8

HCO3 mmol/l

23,2 ± 2,4

22,6 – 23,7

pO2 mmHg

39,0 ± 5,7

37,7 – 40,2

SO2 % (SvcO2)

66,9 ± 6.9

65,4 – 68,4

La mediana della SvcO2 è risultata 67% ed il range interquartile 62% – 70%, pertanto i ¾ dei pazienti dializzati clinicamente stabili presentano valori di SvcO2 <70% altrimenti considerati francamente patologici. Tale soglia, pertanto, non può avere nei pazienti dializzati lo stesso significato clinico valido per la popolazione generale.

L’ambito di valori di SvcO2 che può considerarsi “normale” o “atteso” in questa popolazione (rappresentato dai valori compresi tra i centili 2,5 e 97,5) è 56% - 81,1%.

In questo dataset, verosimilmente per il numero contenuto di dati, la SvcO2 non è risultata correlata in modo statisticamente significativo né con la SO2 arteriosa né con la concentrazione di emoglobina. Come mostrato in Figura 6, nei 48 pazienti con FE inferiore o uguale al valore mediano la SvcO2 è significativamente ridotta rispetto a quella dei pazienti con FE superiore (65,7±7,4 vs 68,7±5,8; p=0.046). Tale differenza resta statisticamente significativa anche confrontando i 24 pazienti con FE≤ 50% rispetto ai 57 pazienti con FE> 50% (64,2±6,2 vs 67,9±7,0; p=0.04).

L'esiguo numero di campioni rappresenta certamente un limite di questo studio, tuttavia deve essere sottolineato che i dati presenti in letteratura sulla SvcO2 nei pazienti in dialisi sono estremamente limitati: essi complessivamente non raggiungono la numerosità dei campioni qui analizzati. Un altro limite di questo studio è rappresentato dalla posizione della punta del CVC, la cui precisa localizzazione, all’interno o solo in prossimità della cavità atriale destra, non è nota. Infine un bias è rappresentato dalla possibile presenza di una fistola artero-venosa che potrebbe convogliare sangue con più elevata SO2 verso l’atrio destro. Tale eventualità è stata già descritta in letteratura (Wemple M - 2012 [11] (full text)) e, in una analisi a posteriori della presente casistica, è risultata presente in 3 dei 4 pazienti con SvcO2 ≥ 80% 

CONCLUSIONI

Valori di SvcO2<70%, considerati decisamente patologici nella popolazione normale e nei pazienti critici della terapia intensiva, sono invece di comune riscontro nei pazienti dializzati cronici in fase di stabilità clinica. I risultati di questo studio suggeriscono come valore di riferimento della SvcO2 in questa popolazione l'ambito compreso tra 56 e 81%.

BibliografiaReferences

[1] Vincent JL, Pelosi P, Pearse R et al. Perioperative cardiovascular monitoring of high-risk patients: a consensus of 12. Critical care (London, England) 2015 May 8;19:224 (full text)

[2] Walley KR Use of central venous oxygen saturation to guide therapy. American journal of respiratory and critical care medicine 2011 Sep 1;184(5):514-20

[3] Marano M, D'Amato A, Guiotto G et al. [Central venous blood gas analysis]. Giornale italiano di nefrologia : organo ufficiale della Societa italiana di nefrologia 2015 Jan-Feb;32(1)

[4] Harrison LE, Selby NM, McIntyre CW et al. Central venous oxygen saturation: a potential new marker for circulatory stress in haemodialysis patients? Nephron. Clinical practice 2014;128(1-2):57-60

[5] McIntyre C, Crowley L Dying to Feel Better: The Central Role of Dialysis-Induced Tissue Hypoxia. Clinical journal of the American Society of Nephrology : CJASN 2016 Apr 7;11(4):549-51

[6] Mancini E, Perazzini C, Gesualdo L et al. Intra-dialytic blood oxygen saturation (SO2): association with dialysis hypotension (the SOGLIA Study). Journal of nephrology 2016 Aug 29;

[7] Cordtz J, Olde B, Solem K et al. Central venous oxygen saturation and thoracic admittance during dialysis: new approaches to hemodynamic monitoring. Hemodialysis international. International Symposium on Home Hemodialysis 2008 Jul;12(3):369-77

[8] Perazzini C, Bolasco PG, Corazza L et al. Prediction of Intradialytic Hypotension Based on Oxygen Saturation Variations. Computing in Cardiology Conference (CinC), 2013; 40: 1223-1226

[9] Campos I, Chan L, Zhang H et al. Intradialytic Hypoxemia in Chronic Hemodialysis Patients. Blood purification 2016;41(1-3):177-87 (full text)

[10] US Renal Data System 2015 Annual Data Report: Epidemiology of Kidney Disease in the United States: Cardiovascular Disease in Patients With ESRD. Am J Kidney Dis. 2016 Mar; 67 (3 Suppl 1), S259–S264. doi: 10.1053/j.ajkd.2016.02.020

[11] Wemple M, Luks AM Challenges associated with central venous catheter placement and central venous oxygen saturation monitoring. Respiratory care 2012 Dec;57(12):2119-23 (full text)

release  1
pubblicata il  05 ottobre 2016 
da Marco Marano*°^, Anna D'Amato°*^, Giuseppina Giordano^, Domenico Piro^, Giuseppe Tomasino*
(^Ambulatorio Emodialisi "CiMaSa", Casa di Cura Maria Rosaria, Pompei (NA)
*Ambulatorio Emodialisi "Centro Azzurro", Torre Annunziata (NA)
°Centro Emodialisi "San Giorgio", San Giorgio a Cremano (NA))
Parole chiave: saturazione venosa
Non sono presenti commenti
Figure

Per inserire una domanda, segnalare la tua esperienza, un tuo commento o una richiesta di precisazione fai il login con il tuo nome utente e password.

Se non lo sei ancora puoi registrati partendo da qui.

Realizzazione: TESISQUARE®

Per assistenza scrivere al Supporto Tecnico