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Emodialisi

Stima non invasiva della concentrazione di potassio dal segnale ECG

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Razionale ed Obiettivi

È noto che la concentrazione di potassio nel sangue ([K+]) ha una importante influenza sulla morfologia dell’onda T del segnale ECG.

  • Abbiamo studiato e sviluppato un metodo per la stima della [K+] dal segnale ECG e la sua applicabilità clinica è stata testata su pazienti in dialisi.
  • Per meglio comprendere i meccanismi alla base del legame tra la [K+] e l’onda T sono stati analizzati i segnali ECG di pazienti affetti dalla sindrome del QT lungo tipo 2 (LQT2), in cui ipotizziamo che il metodo sviluppato sottostimi il valore della [K+] .
  • Per comprendere le basi dei meccanismi cellulari coinvolti nelle modificazioni dell’onda T è stato utilizzato un modello computazionale.

Casistica e Metodi

  • Sono stati analizzati i segnali ECG Holter di 35 pazienti in dialisi e 12 pazienti  LQT2. 
  • L’ampiezza e la pendenza dell’onda T in ogni battito sono state misurate ed il loro rapporto (TS/A) è stato utilizzato per calcolare uno stimatore della [K+] (KECG) (Figura 1 e Figura 2).
  •  I valori di riferimento (KLAB) sono stati ottenuti da analizzando prelievi ematici.
  • È stata effettuata una cross-validazione con la tecnica del leave-one-out.

Risultati

  • È emersa una buona concordanza tra KECG e KLAB (Figura 3), con un errore in valore assoluto pari a: 0.43±0.35mM. L’errore sistematico è risultato quasi nullo (-0.09mM) con una deviazione standard di 0.55mM. 
  • Nei pazienti LQT2 il metodo ha evidenziato una sottostima sistematica  a parte un solo outlier (Figura 4). L'errore medio è risultato pari a 1.1±1.3mM (KLAB: 4.3±0.3mM; KECG: 3.2±1.2mM, p<0.02). 
  • Le simulazioni hanno confermato che una variazione di [K+] provoca una variazione di TS/A nello pseudo-ECG simulato coerente con quanto misurato nei pazienti (Figura 5).

Discussione e Conclusioni

  • I risultati ottenuti monitorando i pazienti durante la seduta dialitica sono promettenti
  • L’analisi dei soggetti LQT2 supporta la nostra interpretazione che la corrente di potassio delayed-rectifier (IKr) giochi un ruolo importante a livello cellulare. Infatti, analizzando gli ECG dei pazienti LQT2, nei quali si ha una riduzione di IKr dovuta a un fattore patologico diverso dalla ipokalemia (una mutazione genetica del gene che codifica i canali ionici relativi a IKr), il nostro stimatore in modo praticamente sistematico produce valori di potassio troppo bassi. Siccome i pazienti in realtà non sono ipokalemici noi concludiamo che lo stimatore proposto è uno "stimatore di IKr" più che un stimatore "diretto" del livello di potassio nel sangue.
  • L'analisi modellistica fornisce un ulteriore supporto quest'ultima conclusione. Infatti, le simulazioni condotte con un modello matematico del tessuto miocardico, in grado di ricostruire uno pseudo-ECG, suggeriscono la seguente catena causa-effetto: 1) un aumento di [K+] extracellulare conduce ad un aumento di IKr; 2) siccome IKr è attiva soprattutto durante la fase di ripolarizzazione dei cardiomiociti ventricolari, il suo incremento porta ad un accorciamento della durata dei potenziali d'azione e quindi dell'onda T (Figura 5), ma anche la morfologia dell'onda T (e quindi il nostro stimatore di [K+]) è modificata. Da notare che tale dipendenza si preserva qualitativamente quando si simula una riduzione di IKr (condizione LQT2) ma tutte le stime si spostano verso valori inferiori.
  • Questo metodo, a seguito di una validazione su una popolazione più ampia, potrebbe essere applicato per il monitoraggio dei pazienti a rischio di ipo/iper-kalemia.
release  1
pubblicata il  05 ottobre 2016 
da Cristiana Corsi, Marilisa Cortesi, Giulia Callisesi, Johan DeBie, Carlo Napolitano, David Mortara, Antonio Santoro, Stefano Severi
(Università di Bologna, Mortara Instrument Inc., Fondazione Salvatore Maugeri Pavia, Policlinico S.Orsola-Malpighi Bologna.)
Parole chiave: emodialisi, potassio
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