La nefrectomia mininvasiva laparoscopica rappresenta il gold standard per la donazione di rene a scopo trapianto. L’utilizzo dell’assistenza robotica alla procedura è uno degli espedienti proposti per eseguire questa procedura al fine di aumentare la sicurezza del donatore rispetto alla tecnica laparoscopica e per agevolare la curva di apprendimento.
Il presente studio consiste in un’analisi retrospettiva monocentrica di una serie continua di 77 donazioni di rene eseguite con tecnica robotica nel periodo 2009-2015 per valutare l’efficacia della tecnica robotica ed il suo affinamento nel tempo.
I donatori avevano un’età media di 54 anni, un BMI medio 25.65, anomalie vascolari nel 37% dei casi, e già sottoposti a chirurgia addominale nel 57,1% dei casi. Nessuna procedura è stata convertita e nessun paziente ha necessitato emotrasfusioni (perdite ematiche medie di 90cc R_25-750cc). Il tempo di console medio è stato di 93,6 minuti (R_60-240). Le complicanze registrate nella serie sono riassunte nella tabella allegata. Il tempo medio di ischemia calda è stato di 3,55 minuti (R_2,2-7,4). Tutti i reni trapiantati hanno avuto una ripresa funzionale immediata. La degenza media dei donatori è stata di 4,5 giorni (R_3-10).
L’assistenza robotica alla donazione di rene facilita l’esecuzione della stessa specie nei casi con anatomia difficile o in donatori con BMI elevato. La curva di apprendimento è più rapida rispetto alla tecnica laparoscopica. Questi fattori uniti ad un maggior “confort” del chirurgo rendono più sicura la procedura rispetto alla laparoscopia classica anche se ciò al momento rimane difficile da dimostrare, a causa delle casistiche esigue di prelievi robotici eseguiti. Il costo elevato rimane uno svantaggio della chirurgia robotica.
