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Trapianto renale

RISCHIO DI CANCRO DA RADIAZIONI IONIZZANTI PER USO MEDICO NEI TRAPIANTATI DI RENE

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RAZIONALE E SCOPO

Le procedure radiologiche (PR) erogano radiazioni ionizzanti (RI). L’associazione statistica fra RI e cancro è significativa per dosi di 50 >100 mSv, ed è confermata da studi di popolazione. I trapiantati di rene (KTP) hanno un rischio aumentato neoplasia a causa delle terapie immunosoppressive e sono esposti a molte PR. Dalla dose agli organi (OD) e dose cumulativa efficace (CED) è possibile calcolare il rischio di cancro, attraverso modelli matematici normalizzati per età, sesso e tessuto, convalidati dalla comunità scientifica internazionale (BEIR VII).

Scopo dello studio è calcolare CED e OD derivanti da PR e stimare il rischio aggiuntivo di cancro nei KTP.

PAZIENTI E METODI

Sono state esaminate le PR dei KTP, senza neoplasia e con follow-up ≥1 anno, afferenti al nostro centro nefrologico e radiologico, nel periodo 2007-2013 e ne sono state estrapolatela CEDela ODe calcolato il rischio di cancro, espresso come REID (Risk of Exposure-Induced Death).

RISULTATI

Sono stati arruolati 102 HDP (69 maschi, 53±13 anni), per 5.3±1.3 anni. Sono state eseguite 2980 PR ed erogati 8194 mSv: radiologia convenzionale, TC e medicina nucleare contribuiscono ad 89%, 9% e 3% delle PR ma erogano il 18%, 78% e 4% della CED. CED totale e annuale media (mediana): 75±127 (29) mSv e 19±40 (5.6) mSv. Il 17% e 8% KTP ricevono una total-CED di 100-200 e >200 mSv, rispettivamente.

Le OD per reni, vescica, stomaco, fegato, utero-ovaio e colon sono 151, 140, 137, 134, 134 e 129 mGy. REID totale medio: 0.25±0.46%; il 4% dei KTP ha un REID totale>1%. L’organo a maggior rischio di tumore è il polmone (0.09%).

CONCLUSIONI

I pazienti portatori di trapianto renale ricevono elevate dosi di RI iatrogene; il rischio aggiuntivo di morte per cancro non è trascurabile e va sommato ad altre noxae riconosciute. Nel futuro si dovrà registrare e razionalizzare l’esposizione alle RI.

release  1
pubblicata il  01 ottobre 2016 
da Andreana De Mauri¹, Cristina Izzo¹, Marco Brambilla², Roberta Matheoud², Domenico Lizio², Alessandro Carriero³, Vincenzo Cantaluppi⁴, Doriana Chiarinotti¹
(¹SSvD Nefrologia e Dialisi; ²SC Fisica Sanitaria; ³Istituto di Radiologia; ⁴SC Nefrologia e Trapianto renale, AOU “Maggiore della Carità”, Novara)
Parole chiave: emodialisi, radiazioni ionizzanti
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