L'AU è ritenuto un fattore di rischio per diverse patologie, ciononostante nei pazienti affetti da MRC il suo reale ruolo è ancora dibattuto, poichè è difficile stabilire il nesso di causalità. In questo studio abbiamo analizzato la relazione tra AU e VFG valutandone l'esposizione congiunta nel tempo.
La popolazione dello studio proviene dai pazienti arruolati nel Progetto Insufficienza Renale Progressiva (PIRP) nel periodo 2004-2009, seguiti fino a 5 anni, di cui 3 per l'osservazione delle traiettorie di AU e VFG e 2 per l'osservazione degli esiti (decesso, dialisi, raddoppio della creatinina, 30% di aumento di creatinina). I pazienti dovevano avere nei 3 anni di esposizione almeno 4 visite distanziate di 6 mesi±45 giorni e almeno 3 dati di AU disponibili. I gruppi di pazienti con traiettorie simili sono stati identificati con un'analisi GMM (Growth Mixture Modeling) saggiando soluzioni diverse per tipo di funzione (lineare, quadratica, ecc.) e per numero di gruppi. Di ogni traiettoria si sono stimate le probabilità associate agli endpoint renali.
Sono stati selezionati 1107 pazienti. Il modello GMM scelto ha cinque gruppi e curve di tipo quadratico. Il gruppo 2 (31.7%) ha i più bassi valori di VFG e le più alte probabilità di decesso (0.244), dialisi (0.332), incremento del 30% di creatinina (0.617). Il gruppo 5 (7.6%) ha i valori più alti di VFG e le minori probabilità di decesso (0.028) e dialisi (0.047). La più alta probabilità di raddoppio della creatinina (0.225) è nel gruppo 3 (4.4%), la più bassa (0.075) nel gruppo 4 (7.9%).
L'impiego di una metodologia che sfrutta l'informazione dell’esposizione nel tempo ai valori di AU ci ha consentito di individuare gruppi con differenti traiettorie e rischi di endpoints. I livelli di VFG si sono confermati come il principale determinante degli esiti maggiori, mentre l’uricemia non sembra esercitare influenza sugli esiti.
Traiettorie di acido urico e GFR dei cinque gruppi di pazienti MRC individuati con l'analisi GMM