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Malattia renale cronica stadio 1-5 /Anemia/Metabolismo calcio-fosforo

È sicuro impiegare i farmaci anti-RAAS nei pazienti con monorene chirurgico?

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Razionale

Il monorene chirurgico rappresenta una condizione predisponente alla malattia renale cronica la cui incidenza dopo nefrectomia è variabile. La perdita acuta di massa nefronica attiva meccanismi adattativi quali l’ipertrofia e l’iperfiltrazione glomerulare, che inizialmente permettono al rene superstite di vicariare la funzione renale, ma che, a lungo termine, possono determinare l’evoluzione verso un danno renale cronico (IRC). Tra questi ha un ruolo centrale l’iperespressione ed iperattività del Sistema Renina Angiotensina Aldosterone (RAAS). Ci siamo prefissi lo scopo di revisionare la letteratura per comprendere se l’uso di farmaci anti-RAAS, noti per l’interferenza sulla progressione dell’IRC, siano di uso sicuro nei pazienti ipertesi con monorene chirurgico.

Casistica e Metodi

Abbiamo identificato e selezionato tutti i lavori scientifici in lingua inglese presenti in letteratura mediante una ricerca computerizzata nel database elettronico di PubMed dal 1990 al 2016, combinando i seguenti Medical Subject Heading (MeSH) terms: “acquired single kidney” o “nephrectomy” o “ACE-inhibitors” o “anti-RAAS”. 

Risultati

Abbiamo individuato cinque articoli pertinenti. In tutti gli articoli, l’uso di farmaci anti-RAAS era prevalentemente orientato al trattamento dell’ipertensione e non finalizzati alla nefro-protezione post-mononefrectomia. In tutti gli studi, ACE-i e sartani erano stati reintrodotti in terapia  nella fase stabilizzata della funzione renale post-intervento senza essere seguiti da peggioramento della funzione renale. Tuttavia, mancano studi sul lungo termine.

Conclusioni

L’uso dei farmaci anti-RAAS appare sicuro nel paziente con monorene chirurgico, almeno dopo stabilizzazione della funzione renale. E’ anche ipotizzabile una loro interferenza sulla progressione del danno renale da iperfiltrazione glomerulare. Trials clinici multicentrici con lungo follow-up sarebbero tuttavia indispensabili per chiarire questo importante quesito.

Summaria C., Armeni A., Rivoli L., Cerantonio A., Mordocco A., Cardone A., Cianfrone P., Comi N., Simeoni M., Fuiano G.
(Dipartimento di Nefrologia e Dialisi, Azienda Ospedaliero- Universitaria "Mater Domini" di Catanzaro)
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