Gli inibitori di pompa protonica (PPI) e gli antagonisti dei recettori istaminici H2 (H2B) sono farmaci comunemente usati per il traattamento di dispepsia, reflusso gastro-esofageo e ulcera peptica. Benché potenzialmente in grado di modificare le escrezioni urinarie di fattori litogeni come calcio e magnesio, l’associazione tra uso di questi farmaci e nefrolitiasi non è mai stata esplorata.
187,330 partecipanti delle coorti Health Professionals Follow-up Study (HPFS), Nurses’ Health Study (NHS) I e II fornivano dati sull’uso cronico di PPI e H2B. Durante un follow-up cumulativo di 1,903,725 anni-persona, si sono verificati 3,245 eventi incidenti di nefrolitiasi. Abbiamo usato modelli di regressione di Cox aggiustati per età, razza, BMI, attività fisica, fumo, comorbidità, uso di farmaci e intake di nutrienti, e modelli di regressione lineare multipla per analizzare associazioni tra uso di PPI e H2B ed escrezioni urinarie delle 24-h in un sottogruppo di 6,520 partecipanti.
Dopo aggiustamento multivariato, l’uso di PPI era associato a maggior rischio di nefrolitiasi incidente (hazard ratio [HR] 1.12, intervallo di confidenza [IC] al 95% 1.02, 1.24, p-value = 0.02). Gli HR erano sovrapponibili indipendentemente dalla durata di utilizzo e restringendo l’analisi a utilizzo incidente di PPI, e si attenuavano con l’impiego di un lag temporale di due anni. L’uso di H2B presentava risultati simili (HR 1.13, IC 95% 1.02, 1.24, p-value = 0.02). L’uso di PPI era associato con minore escrezione urinaria di calcio (−18 mg/24h, p-value <0.001), ossalato (−1 mg/24h, p-value = 0.02), citrato (−48 mg/24h, p-value <0.001), e magnesio (−10 mg/24h, p-value <0.001), mentre non c’era associazione con il pH urine.
L’uso di PPI e H2B è associato con un rischio modestamente elevato di nefrolitiasi incidente.