Il trattamento dell’osteoporosi associato ad insufficienza renale cronica risulta difficile per il progressivo accumulo di molti farmaci quali i bifosfonati. Il Denosumab, anticorpo monoclonale inibitore del RANK-L, non presenta eliminazione renale per cui non risulta controindicato nel paziente end stage e non necessita di adeguamenti di dose. In letteratura sono scarsi gli studi su popolazioni di pazienti in emodialisi (HD).
Scopo dello studio è stato valutare efficacia, sicurezza e tollerabilità del farmaco in questo particolare sottogruppo di pazienti.
Abbiamo seguito 12 pazienti osteoporotici in HD presso il nostro Centro trattati, dopo valutazione endocrinologica, con denosumab 60 mg 1 fiala sottocute ogni 6 mesi per 30 mesi.
Sono stati dosati calcemia e fosforemia (Ca, P), paratormone (iPTH), markers di metabolismo osseo (β cross-laps e ostase) a regolari intervalli.
Ogni 6 mesi sono state effettuate inoltre indagini densitometriche periferiche con tecnica QUS (ultrasonografia ossea quantitativa) nella mano non dominante. A 24 mesi è stato effettuato studio della densità minerale ossea con DXA.
In 24 mesi abbiamo osservato miglioramento del metabolismo osseo e degli indici QUS, stabilità del Ca e riduzione del P con unicamente due casi di ipocalcemia, dopo le prime 2 somministrazioni, prontamente controllate mediante monitoraggio degli elettroliti e rapide modifiche terapeutiche. Risultati a 24 mesi: normale mineralizzazione ossea in 2 pazienti, osteopenia in 2 pazienti, riduzione della severità del quadro in 3 pazienti. Attualmente tre pazienti hanno raggiunto 30 mesi di osservazione con costante miglioramento di metabolismo e densità minerale ossea.
La nostra esperienza, in linea con lavori recentemente pubblicati, ha evidenziato che il Denosumab è ben tollerato e sicuro nei pazienti in HD e determina stabile miglioramento laboratoristico e strumentale dell’osteoporosi con riduzione del dolore osseo. E’ centrale il ruolo del Nefrologo nel monitoraggio accurato e nelle pronte variazioni terapeutiche per evitare ipocalcemie clinicamente significative.