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Diabete/Ipertensione arteriosa

Prevalenza e fattori di rischio per lo sviluppo di microalbuminuria in pazienti pediatrici affetti da diabete mellito di tipo 1 (T1DM): esperienza in un singolo centro

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Razionale

Valutare la prevalenza di microalbuminuria (MA) in bambini affetti da T1DM e determinare i possibili fattori di rischio/predittori di questa complicanza all’esordio del T1DM.

Casistica e Metodi

Sono stati arruolati 70 pazienti [57% maschi, età all’esordio del diabete (T0) 5.95 ± 3.16 anni]. La durata media del follow up è stata di 7.18 ± 1.89 anni. Sono stati eseguiti esami ematici ed urine annualmente dall’esordio del T1DM. Lo screening della MA è stato effettuato attraverso la valutazione della concentrazione urinaria di albumina su urine estemporanee (UAC). La MA è stata definita persistente (PMA) quando almeno 2 di 3 valori consecutivi di UAC sono risultati patologici.

Risultati

Il 13% dei pazienti arruolati ha sviluppato PMA. I soggetti con PMA presentavano valori di GFR al T0 ed UAC al primo anno di follow up (T1) significativamente superiori rispetto ai normoalbuminurici (rispettivamente p=0.025; p=0.045). I cut-off di valori predittivi per lo sviluppo di PMA sono risultati essere 160 ml/min/1.73m2 per il GFR al T0 e 8.5 mg/L per l’UAC al T1. Le curve di Kaplan Meier hanno evidenziato un significativo aumento del rischio cumulativo di sviluppare PMA nei soggetti con T0 compreso tra 5-11 anni rispetto a quelli con esordio del T1DM più precoce (p=0.014) e nei soggetti di sesso femminile,rispetto ai maschi, negli anni di sviluppo puberale ( p = 0.031). Un numero di anni puberali di diabete > 5, inoltre, è risultato essere un fattore di rischio significativo per lo sviluppo di PMA (p< 0.0005).

Conclusioni

L’età all’esordio del T1DM, il numero di anni puberali di diabete, alti valori di UAC e l’iperfiltrazione al T0 possono determinare un maggior rischio di sviluppare  PMA. L’identificazione di specifici cut-off di valori al T0 e nei primi anni di malattia permette di identificare i soggetti più a rischio e di controllare l’eventuale progressione di questa complicanza.

 

Dozza A., Iori A., Lucaccioni L., Predieri B., Iughetti L.
(UOC di Pediatria, Dipartimento Integrato Materno-Infantile, AOU Policlinico di Modena)
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