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Malattie genetiche/Malattie rare

Sospensione di terapia con eculizumab in due pazienti affetti da Sindrome Uremico Emolitica Atipica

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Razionale

La Sindrome uremico emolitica atipica (aSEU) è un tipo di microangiopatia trombotica correlata a una disregolazione della via alterna del complemento.

L’eculizumab, anticorpo monoclonale che lega il C5, tratta efficacemente la aSEU a lungo termine, tuttavia espone a rischio di infezioni da germi capsulati, è descritta una resistenza al farmaco anticorpo mediata, la somministrazione è infusionale ed ha costi elevati.

Casistica e Metodi

Due pazienti maschi di 30 (paziente1) e 35 (paziente2) anni affetti da aSEU con studio genetico negativo sono stati trattati con eculizumab rispettivamente per 3 e 2 anni con 1200 mg ogni 2 settimane con normalizzazione dell’emocromo. Il paziente1 ha sempre avuto indici di emolisi alterati. Non vi è stato un recupero della funzione renale, entrambi sono sottoposti a dialisi peritoneale. Il trattamento con l’eculizumab è stato dilazionato a ogni 3 settimane per due mesi senza recidive, infine, è stato sospeso con il loro consenso

Risultati

I pazienti sono stati monitorati con emocromo e indici di emolisi ogni 15 giorni, non con l’esame urine essendo oligurici in dialisi. Nel paziente 1, dopo 6 mesi, non vi è stata riattivazione clinica di malattia. Il paziente 2, invece, dopo 3 mesi dalla sospensione, ha presentato anemia emolitica microangiopatica, piastrinopenia e astenia marcata, risoltesi con la ripresa dell’eculizumab.

Conclusioni

Solo nel 60% circa dei pazienti con aSEU viene identificata una mutazione genetica delle proteine regolatrici del complemento, inoltre, nel 26% dei casi familiari non viene identificata alcuna mutazione. Le mutazioni presentano prognosi e probabilità di recidiva diverse. E’ possibile che i nostri due pazienti abbiano una diversa suscettibilità genetica, non ancora dimostrabile. Non avendo un marker che predica con certezza la recidiva di malattia è necessario monitorare strettamente i pazienti con gli usuali parametri ematologici e sensibilizzarli a riferire precocemente nuovi sintomi. La ripresa della terapia nel paziente2 ha portato un rapido miglioramento clinico, senza necessità trasfusionale.

Manani S.M., Virzì G.M., Brocca A., Corradi V., Gastaldon F., Bragantini L., Tantillo I., Ronco C.
(Dipartimento Nefrologia, Dialisi e Trapianto Renale e IRRIV-International Renal Resarch Institute Vicenza)
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