L’ADPKD è una delle più comuni malattie ereditarie, caratterizzata dalla formazioni di cisti che causano un progressivo ingrandimento del rene e declino della funzione renale. Scopo del presente lavoro è stato quello di individuare, in una popolazione di pazienti affetti da ADPKD, il tipo di mutazione responsabile della patologia e correlarla al fenotipo.
Nello studio sono stati inclusi 187 pazienti Italiani appartenenti a 120 pedigree con diagnosi ecografica di ADPKD, caratterizzati fenotipicamente e genotipicamente. L’analisi genetica è stata effettuata mediante sequenziamento Sanger e NGS.
Sono state identificate 117 differenti mutazioni patogenetiche e probabili patogenetiche, di cui 72 non descritte precedentemente in letteratura e 13 de novo, riscontrate in pazienti senza una storia familiare positiva. Sedici pedigree sono risultati portatori di mutazioni a livello del gene PKD2 (13,4%) e 104 a livello del gene PKD1 (86,6%). Settantatre pedigree sono portatori di mutazioni “troncanti”, 44 di mutazioni “non troncanti”, 10 eterozigoti composti per più mutazioni nel gene PKD1. Come descritto in altre popolazioni anche nella popolazione Italiana pazienti con mutazioni nei geni PKD2/PKD1 “non troncanti” presentano un fenotipo meno grave caratterizzato da un esordio più tardivo della malattia e dell’insufficienza renale terminale e raramente complicato da manifestazioni extrarenali gravi. Contrariamente, non solo mutazioni PKD1 “troncanti” ma anche la presenza contemporanea di più mutazioni PKD1 “non troncanti” correlano con un esordio molto più precoce della patologia e dell’insufficienza renale terminale e manifestazioni extrarenali gravi quali aneurismi intracerebrali, cisti pancreatiche, anomalie delle valvole cardiache e diverticolosi.
Il nostro studio ha evidenziato anche nella popolazione Italiana l’importanza dello screening molecolare dei geni PKD1 e PKD2 non solo nelle forme sporadiche ma anche in quelle ereditarie in quanto una caratterizzazione più completa delle diverse varianti genetiche in grado di influenzare il fenotipo clinico può fornire migliori strumenti nella gestione della patologia.