Login




Accessi vascolari

Complicanze fibrotiche legate all'utilizzo di cateteri venosi per emodialisi: descrizione di un caso clinico

Questo Abstract è stato accettato come Poster. Clicca qui per visualizzare

Razionale

I CVC permanenti mantenuti per anni in sede stanno diventando sempre più frequenti tra i pazienti dei Centri dialisi. Recentemente è segnalata, come complicanza ad essi correlata, la formazione di strette aderenze fibrotiche tra il dispositivo e la parete vasale, che rendono difficoltosa o impossibile la loro rimozione. Per queste complicanze non esistono linee guida definite, per cui è importante condividere i casi clinici e le procedure utilizzate per individuare le migliori soluzioni.

Casistica e Metodi

Donna di 79 anni in emodialisi dal 1992 per ADPKD, portatrice di trapianto renale dal 1998 non più funzionante, esiti di nefrectomia bilaterale, pregressa resezione del retto per adenocarcinoma, malattia diverticolare del colon con numerosi ricoveri per occlusione intestinale da sindrome aderenziale, pregressa mastectomia destra per carcinoma mammario e recidiva con asportazione di CA su cicatrice chirurgica. Viene ricoverata per sepsi da Escherichia Coli da emocoltura. E’ portatrice di un CVC permanente giugulare sinistro split-stream 14Fx32cm (lunghezza punta-cuffia 27cm) dal 2011, mal funzionante (causa ipoflusso) dal novembre 2012, utilizzato per il rientro venoso, e di un CVC provvisorio monolume in vena femorale destra, utilizzato come linea arteriosa. Rimosso il CVC provvisorio e riposizionato dopo 48 ore, viene avviata terapia antibiotica con meropenem sulla scorta dell’antibiogramma. Si procede a tentativo di rimozione del CVC tunnelizzato: dopo l’isolamento della cuffia di dacron, non è possibile rimuovere il CVC per l’estrema resistenza riscontrata. L’angiografia evidenzia trombosi di entrambi i lumi del CVC, che risulta adeso in coincidenza della curva cavale e dell’ostio prossimale. Per l’impossibilità di afferrare il catetere per via cavale inferiore, visto l’alto rischio di indurre danno alla parete vasale cavale e la controindicazione alla sternotomia posta dal cardiochirurgo per le condizioni cliniche generali compromesse, si soprassiede ad ulteriori tentativi di rimozione optando per la chiusura e fissazione del moncone del catetere alla fascia sottostante con clips.Successivamente vengono posizionate due cannule di Tesio tunnellizzate in vena femorale sinistra e viene rimosso il catetere femorale provvisorio destro.Viene iniziata terapia anticoagulante orale.

Risultati

Al follow-up di 4 mesi la paziente è apiretica ed adeguatamente depurata dal trattamento dialitico.

Conclusioni

L'invecchiamento della popolazione dialitica, sempre più compromessa per le comorbilità associate, il sempre maggior uso di CVC come accesso dialitico in mancanza di patrimonio venoso rischiano di rendere sempre più frequenti le complicanze sopra descritte. 

L. Melfa, M. Bacchi, R. Scarpioni
(UO Nefrologia e Dialisi, Ospedale “G. da Saliceto” Piacenza)
Non sono presenti commenti
Figure
Realizzazione: Tesi S.p.A.

Per assistenza contattare: Lucia Piumetto, Tesi S.p.A.
0172 476301 — lucia.piumetto@gruppotesi.com