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Accessi vascolari

Trombosi atriale destra, complicanza non frequente del catetere venoso per dialisi

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Razionale

La Trombosi Atriale destra coRrelata a Cateterismo venoso (CRAT) è una complicanza non frequente del cateterismo venoso centrale per dialisi che può complicarsi ulteriormente con embolia polmonare (o anche sistemica nel caso di pervietà del forame ovale), aritmie, complicanze cardiache meccaniche . Probabilmente sottodiagnosticata e poco descritta, in letteratura sono meno di 100 i casi segnalati di questa complicanza nei pazienti in dialisi. Una recente revisione della letteratura (Stavroulopoulos et al. NDT 2012; 27:2936–44) ha iniziato a fornire più accurate indicazioni prognostiche e ha suggerito un algoritmo terapeutico.

Casistica e Metodi

Riportiamo il caso di una paziente poratrice di catetere venoso centrale temporaneo per dialisi da circa 3 mesi cui è stata riscontrata una massa occupante spazio aderente alla parete atriale in adiacenza dell'estremo della punta del CVC. Il riscontro è stato fortuito in corso di ecocardiografia eseguita in vista di immissione in lista di trapianto renale. La paziente non mostrava infatti sintomatologia clinica di rilievo.

Risultati

Dal momento della diagnosi la paziente è stata posta in terapia anticoagulante. E' stato posizionato un CVC in vena femorale destra per il prosieguo della dialisi ed è stato anche impiantato un catetere peritoneale per il futuro dialitico. Dopo due settimane di terapia anticoagulante (LMWH prima e Warfarin poi) il catetere giugulare veniva rimosso senza complicanze. A distanza di 5 settimane dall'inizio della terapia anticoagulante si documentava la completa scomparsa della massa atriale. La paziente iniziava la terapia dialitica peritoneale.

Conclusioni

In linea con quanto suggerito da Stavroulopoulos quali cardini della terapia, anche nel nostro caso il CVC è stato rimosso ed è stata eseguita una anticoagulazione sistemica. Il decorso è stato regolare e non ci sono state complicanze. Il caso ci sembra interessante per la relativa rarità e per fornire una ulteriore conferma alla condotta terapeutica da seguire come consiglato dalla letteratura più recente

Giordano Pastori, Cristina Tessarin, Giovanni Tarroni
(U.O.C. Nefrologia e Dialisi, ULSS 1 Belluno)
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