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Emodialisi

UN DIFFICILE CASO DI RIMOZIONE DI UN CVC A PERMANENZA

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Razionale

La difficoltà nella rimozione dei cateteri venosi permanenti è legata alla formazione di strette aderenze tra CVCp e parete vasale, conseguente al danno locale dell'intima con formazione di trombi, proliferazione di cellule muscolari lisce e tessuto fibroso.

Casistica e Metodi

Uomo di 66 anni.

Avviata emodialisi nel 2007 per binefrectomia (k renale).

Plurimi interventi di confezionamento FAV.

A febbraio 2009 posizionato CVCp in vena giugulare interna dx (CVC Hemostar alpha – curve in poliuretano).

A settembre 2009 necessità di sostituzione di CVCp per fissurazione. In anestesia locale, dopo inserimento di guida metallica e isolamento della cuffia si procedeva alla rimozione della parte endovasale. Nonostante adeguata trazione la manovra era impedita da forte resistenza. Si procedeva, dopo controllo in scopia, ad isolamento della parte di CV sino al livello claveare. Ripetuta la manovra di trazione, la parte di catetere endovasale veniva completamente rimossa, senza evidenti segni di lesione. Sutura a strati. Posizionato CVC femorale dx temporaneo.

All'Angio Tc  riscontrato corpo estraneo a dx, nel lume del tronco anonimo, a sezione rotondeggiante  di forma allungata  lungo 3 cm,  esteso sino in prossimità della confluenza della vena succlavia e frammento di 1,8 cm  nel lume della giugulare. Tali frammenti apparivano adesi alla parete mediale del vaso, non impegnando il lume in toto.

A dicembre 2012 posizionato CVC in giugulare interna Sx.

Risultati

Sentito il radiologo che escludeva la presenza di trombosi ed ipotizzava la persistenza in situ di frammenti del manicotto esterno del CVCp dopo la sua rimozione, con i colleghi di chirurgia vascolare si decideva di non intervenire con ulteriori manovre invasive.

Conclusioni

Il caso descritto riflette l’aumento dell’incidenza della formazione di aderenze tra il CVCp e la parete vasale.

In letteratura sono segnalati casi di apertura del torace con danni severi della vena cava superiore, dell’atrio o della valvola tricuspide.

P. Carpani, S. Agliata, L. Benozzi, G. Ciranna, P. Colombo, M.C. Deagostini, E. Ragazzoni, S. Cusinato
(S.C. di Nefrologia ASL NO)
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