Accanto ai tradizionali metodi di misura del PTH di 2° generazione (PTH 2G) sono ormai diffusi metodi di misura del PTH di 3° generazione (PTH 3G) che dosano la molecola intera (1-84). Le differenze riscontrate nei valori ottenuti impongono tuttavia di rivedere gli intervalli di riferimento normali o patologici.
Siamo recentemente passati dalla misura del PTH 2G (LIASON N-tact), che utilizza 2 anticorpi, uno verso la regione 39-84 della molecola e l'altro verso la regione 1-34 e che presenta una cross-reattività con il frammento 7-34, ad un metodo PTH 3G (LIASON 1-84), che utilizza 2 anticorpi verso le estremità terminali della molecola e rileva la molecola 1-84 biologicamente attiva. Nel nostro studio sono stati presi in esame 220 pazienti in emodialisi cronica e sono state valutate le medie dei valori ottenuti per i pazienti con i due metodi. I pazienti sono stati successivamente suddivisi in 3 gruppi, come previsto dalle linee guida K/DIGO 2009, secondo i livelli di PTH 2G: <150, 150-300, >300 ng/l.
Le medie di PTH 2G vs PTH 3G risultavano rispettivamente: 291±260 vs 128±203 ng/l (y=0.51x con una R2=0.79). Nel gruppo dei pazienti con PTH 2G soppresso il PTH 3G mostrava una riduzione del 56% mentre nel gruppo con PTH 2G >300 ng/l la diminuzione media era del 42%.
In base ai nostri risultati il PTH 3G corrisponde a circa la metà dei valori ottenuti con PTH 2G anche se la riduzione risulta diversa nei pazienti con PTH soppresso rispetto a quelli con iper-PTH: i due metodi dosano frammenti diversi, frammenti attivi e non attivi e questi possono variare o per caratteristiche individuali o per altri motivi (terapia, tipo di dialisi). Ulteriori studi sono necessari per aggiornare gli intervalli di riferimento e modificare le linee guida seguite dai nefrologi di tutto il mondo.