Il CD40L è un noto agente proinfiammatorio e proaterogeno. Lo studio RISCAVID ha dimostrato un aumento del rischio cardiovascolare (CV) nei pazienti con CD40L superiore a 7.6 ng/ml. Abbiamo quindi valutato l’effetto di diverse membrane emodialitiche sul CD40L in pazienti in emodialisi (HD).
Dodici pazienti HD sono stati randomizzati come segue: gruppo 1. 4 pazienti sono stati dializzati per tre mesi con membrane in Poliamide (PA) o Polisulfone (PS) ed al termine shiftati in polimetilmetacrilato (PMMA) per ulteriori tre mesi di trattamento (tempo 0); gruppo 2. 4 pazienti sono stati dializzati per tre mesi con membrana in PMMA e successivamente shiftati a PA/PS per ulteriori tre mesi; gruppo 3 e 4, 4 pazienti sono stati mantenuti in PMMA o PA/PS per tutta la durata dello studio. Ai tempi 0, 30, 60 e 90 giorni abbiamo dosato il CD40L plasmatico (ELISA). Inoltre HUVEC sono state incubate con siero prelevato da pazienti dei gruppi 1 e 2.
Studio in vivo. Al tempo 90 il gruppo 1 aveva livelli inferiori di CD40L (4.9±0.5 pg/ml) rispetto al gruppo 2 (9.8±0.7 pg/ml) ed inferiori alla soglia di 7.6 ng/ml. Tale diminuzione era già evidente dopo 30 gironi. Nel gruppo 2 incremento dei livelli circolanti di CD40L dopo 60-90 giorni dallo shift. Nei gruppi 3 e 4 i livelli di CD40L sostanzialmente stabili.
Studio in vitro: minor effetto proinfiammatorio (adesione monocitaria ed espressione di ICAM-1 e E-seletin) e proapoptotico (XTT e TUNEL) in HUVEC incubate con siero di pz del gruppo 1 rispetto al gruppo 2 Tali effetti sono ridotti su HUVEC sottoposte a siRNA, confermando il ruolo del CD40L.
Questi dati preliminari evidenziano un effetto della PMMA nella riduzione del CD40L circolante, probabilmente dovuto alle sue proprietà adsorbitive. Tale effetto potrebbe ridurre il rischio CV nei pazienti in HD.