I pazienti uremici sottoposti ad emodialisi cronica sovente presentano un sovraccarico cronico di volume. Tale condizione risulta direttamente correlata ad ipertensione arteriosa, incremento della rigidità vascolare, scompenso cardiaco ed aumento di morbilità e mortalità cardiovascolare. Sono state proposte negli ultimi dieci anni molte tecniche per la stima del corretto peso secco come il monitoraggio del volume plasmatico relativo, la valutazione del diametro della vena cava inferiore, il dosaggio del BNP. Lo studio aveva come scopo la valutazione della complementarietà tra BIVA e ULCs per la valutazione del sovraccarico di volume nei pazienti in emodialisi.
Sono stati studiati 29 pazienti emodializzati con assenza di segni obiettivi di sovraccarico (edemi declivi o crepitii polmonari) ed anamnesi negativa per dispnea a riposo o per sforzi minimi. In tutti sono state eseguite la BIVA e la valutazione delle ULCs sia prima che dopo il trattamento dialitico.
Lo studio ha dimostrato che 25 dei 29 pazienti presentavano con le due metodiche utilizzate un sovraccarico di volume in assenza di segni obiettivi nel pre-dialisi, e 5 mantenevano il sovraccarico anche nel post. Il test di concordanza “Inter-rater-agreement” indicava un valore moderato nel pre-dialisi (K=0,58), e debole (K=0,24) al termine della seduta. Tra i pazienti che non presentavano segni ecografici di iperidratazione post-dialisi è emersa una debole correlazione inversa tra differenza di peso e differenza di comete tra il post e pre-dialisi (r2=0,256). Lo stesso tipo di correlazione si è evidenziata tra le due componenti della BIVA e la perdita di peso (r2=0,372 e r2=0,418 rispettivamente).
I nostri risultati dimostrano che l’utilizzo della BIVA e delle ULCs, metodiche di facile e rapida esecuzione, possono costituire una valutazione complementare (congestione polmonare e congestione periferica) per la stima del peso secco nei pazienti emodializzati.
