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Emodialisi

PERCEZIONE DELLA QUALITA DI VITA NEI PAZIENTI IN HDP

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Introduzione

La valutazione della qualità della vita nel paziente con patologie croniche è  un problema complesso e contrastato. Vari studi hanno cercato di esaminare la Qualita di Vita(Q.d.V.)dei pazienti in dialisi (emodialisi e peritoneodialisi) e/o trapiantati (Kimmel PL) [1] (full text)

Una definizione della Q.d.V. legata alla salute deve incorporare il punto di vista soggettivo del paziente; essere multidimensionale e tenere quindi conto degli ambiti fisici, psicologici e sociali. Già Levy,che da oltre 20 anni studia la qualita di vita dei nefropatici, scriveva che”i pazienti in dialisi conducono una vita estremamente anomala. In generale la vita del paziente cronico si svolge in un clima di incertezza e di ansia per il futuro, sul quale pende continuamente la minaccia dell’aggravamento della patologia, delle complicanze e della morte” (Khaled Abdel-Kade [2] (full text)

 La popolazione in dialisi  è cresciuta, negli ultimi  anni  sia quantitativamente che qualitativamente spostando l’asse  della mediana dell’età anagrafica e delle comorbilità.

Si calcola che oltre il 50% della popolazione dialitica ha più di 65 anni e il 20% oltre 75 anni con associato alla MRC in dialisi altre patologie croniche quali ad esempio diabete, cardiopatie, ecc che rendono il paziente anziano fragile e spesso  disabile, con ripercussioni significative sia sulla percezione della vita del soggetto che nell'ambito socio-familiare.

La percezione che  il personale medico ha della qualità della vita  del paziente dializzato è significativamente differente rispetto a quella percepita dal paziente stesso, sebbene è dimostrato che lo stato nutrizionale influenza notevolmente la vita dei pazienti. Quindi è importante per la qualità della vita in questi pazienti, migliorare soprattutto il supporto nutrizionale con un’adeguata dialisi e correzione dei parametri clinici quale l’anemia e l’ipertensione arteriosa.(Del Vecchio L [3]; Locatelli F) [4] (full text)

Scopo dello studio-Metodologia

Scopo dello studio è stato valutare la percezione soggettiva dello stato di  salute che hanno i pazienti in emodialisi periodica di un centro dialisi accreditato della Regione Puglia in rapporto ad una serie di parametri considerati: età anagrafica, età dialitica, adeguatezza dialitica, condizioni socio-economiche e supporto familiare, attraverso la somministrazione di due tipi di questionari.

Per tale indagine, svolta in due fasi  nell’arco temporale di un mese (I° fase) e a distanza di un anno (2° Fase) sono stati adottati semplici questionari: QUALYs a 5 domande(EQ-5D) e Scala Analogica Visuale (VAS) ritenuti efficaci ad impedire interferenze da parte dell'intervistatore (in questo caso l’assistente sociale) (Kanamori H [5]).

Attraverso l'elaborazione dei dati rilevati, è stato possibile individuare le problematiche più rilevanti e ipotizzare risposte adeguate a bisogni emersi o sottesi

Si è proceduto alla comparazione della percezione della qualità della vita dei pazienti osservati (ottenuta con i due questionari(EQ-5D e  VAS) con la valutazione congiunta del medico ed assistente Sociale (ottenuta con la scala di valutazione delle attività della vita quotidiana secondo l'Indice di Barthel, in entrambe le fasi) (Lahana E [6] (full text)).

Risultati

La popolazione considerata, consistente in 100  pazienti  alla fase 1  e 95 pazienti alla fase 2, di età anagrafica, espressa in anni(Media ±DS) di 68±13 e di 67±14, età dialitica espressa in  in mesi (Media ±DS) di  83±85,  Hb 11,3 ed 11,0, KT/V 1,3, nPCR 1, nel corso dell'osservazione  ha subito variazioni  (15 paz usciti per decesso o trasferimento e 11 nuovi ingressi), ciò ha modificato in circa 70 le risposte valide.  Si è suddivisa la popolazione in  terzili  (grado 1 ,2 e 3) in relazione alla percezione soggettiva del proprio stato di salute da parte dei pazienti (Figura 1)  Abdel-Kader [7] (full text).

Come si può evincere dalla Figura 2 non vi è variazione significativa sia con EQ-5D che con VAS. 

Così come, alla valutazione dell’Indice di Barthel, l’osservazione  degli operatori sanitari non evidenziano significative variazioni tra fase 1 e fase 2 (Figura 3).

Cio che emerge dalla osservazione di questi dati è che vi è una percezione della qualità della vita  significativamente diversa tra il paziente e l’operatore sanitario. Il paziente considera rilevante  il suo vissuto e l'ambito socio-familiare mentre l'operatore sanitario dà importanza ai dati clinici.

Andando ad esaminare i 70 pazienti in HDP che hanno risposto ai questionari nella 1° e 2° fase , si osserva (Figura 4) una sostanziale omogeneità di risposta tra prima e dopo. 

Discussione e Conclusioni

Il nostro studio osservazionale  sulla percezione della qualità della vita  nella popolazione dialitica del nostro Centro ha evidenziato che: A) I pazienti con un’età anagrafica media di circa 55 anni ed un’anzianità dialitica inferiore ai 5 anni (60 mesi), che rappresentano una piccola percentuale (circa 10%) della popolazione dialitica, hanno una percezione della qualità della vita, diremmo, ottimistica e valutano positivamente la loro condizione di vita  (grado1). Gli operatori sanitari  concordano con tale valutazione solo per il 50% dei casi. B) La maggior parte dei pazienti in HDP (intorno al 50%)  ha un’età anagrafica significativamente maggiore (età media 68 aa) ed un’anzianità dialitica leggermente più elevata (circa 77 mesi), Questi hanno una percezione della qualità della vita significativamente più grave, attribuiscono all'età e al protrarsi del trattamento negli anni il senso della  precarietà e fragilità del proprio stato di salute, riferiscono  disabilità grave (grado 2). Da parte degli operatori vi è un riscontro intorno al 30-35% in tale fascia e presentano disabilità moderate secondo l’Indice di Barthel. C) Al terzo gruppo (grado 3) appartengono circa il 30% dei pazienti in HDP con un’età anagrafica ancora più avanzata (media 74 anni) con un’anzianità dialitica che  si avvicina ai 9-10 anni e una percezione della qualità della loro vita  scadente e con marcate limitazioni nello svolgimento dei più elementari atti quotidiani. Anche in questo caso la valutazione degli operatori sanitari si discosta dalla percezione soggettiva in quanto solo il 10-15% presenta severa-totale disabilità nelle usuali azioni quotidiane (Moreno F [8],Bohlke M [9] (full text)

In conclusione il confronto tra la 1° e la 2° fase nei 70 soggetti che hanno aderito ai questionari  EQ-5D e VAS (confronto dati a distanza di un anno) non evidenziando variazioni significative nella percezione della qualità della vita, fa ipotizzare che tale intervallo non è sufficiente a determinare una variazione significativa della qualità della vita del paziente emodializzato che invece si evidenzia sulla popolazione in toto in relazione all’età anagrafica e soprattutto all’anzianità dialitica che spesso comporta l’insorgere di complicanze e/o comorbilità. Complicanze e/o comorbilità, valutate come condizionanti dagli operatori, sono diversamente avvertite dai pazienti in presenza di una efficace rete sociale a sostegno delle disabilità.

BibliografiaReferences

[1] Kimmel PL, Peterson RA, Weihs KL et al. Aspects of quality of life in hemodialysis patients. Journal of the American Society of Nephrology : JASN 1995 Nov;6(5):1418-26 (full text)

[2] Abdel-Kader K, Unruh ML, Weisbord SD et al. Symptom burden, depression, and quality of life in chronic and end-stage kidney disease. Clinical journal of the American Society of Nephrology : CJASN 2009 Jun;4(6):1057-64 (full text)

[3] Del Vecchio L, Pozzoni P, Limardo M et al. [Recent advances in the prevention of cardiovascular morbidity and mortality in end-stage renal disease: role of anemia, hyperparathyroidism and calcifications]. Giornale italiano di nefrologia : organo ufficiale della Societa italiana di nefrologia 2007 Sep-Oct;24 Suppl 38:25-32

[4] Locatelli F, Pozzoni P, Tentori F et al. Epidemiology of cardiovascular risk in patients with chronic kidney disease. Nephrology, dialysis, transplantation : official publication of the European Dialysis and Transplant Association - European Renal Association 2003 Aug;18 Suppl 7:vii2-9 (full text)

[5] Comparison of the psychosocial quality of life in hemodialysis patients between the elderly and non-elderly using a visual analogue scale: the importance of appetite and depressive mood.

[6] Lahana E, Niakas D Investigating Differences in Health-Related Quality of Life of Greeks and Albanian Immigrants with the Generic EQ-5D Questionnaire. BioMed research international 2013;2013:127389 (full text)

[7] Abdel-Kader K, Myaskovsky L, Karpov I et al. Individual quality of life in chronic kidney disease: influence of age and dialysis modality. Clinical journal of the American Society of Nephrology : CJASN 2009 Apr;4(4):711-8 (full text)

[8] Moreno F, López Gomez JM, Sanz-Guajardo D et al. Quality of life in dialysis patients. A spanish multicentre study. Spanish Cooperative Renal Patients Quality of Life Study Group. Nephrology, dialysis, transplantation : official publication of the European Dialysis and Transplant Association - European Renal Association 1996;11 Suppl 2:125-9

[9] Bohlke M, Nunes DL, Marini SS et al. Predictors of quality of life among patients on dialysis in southern Brazil. Sao Paulo medical journal = Revista paulista de medicina 2008 Sep;126(5):252-6 (full text)

release  1
pubblicata il  19 settembre 2013 
da Dott M.Varvara, Ass. Sociale G.Tritto - Dialisi S.Rita - CBH-BARI
(socio SIN)
Parole chiave: adeguatezza dialitica, emodialisi, Qualità vita
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