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Emodialisi

Effetto di diverse membrane dialitiche sui livelli circolanti di CD40L. Risultati preliminari di uno studio multicentrico in vivo ed in vitro

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Razionale

È ormai noto che l'insufficienza renale cronica si associa ad un aumentato rischio di morbidità e di mortalità cardiovascolare (Sarnak MJ - 2003 [1] (full text)). Il CD40-CD40L sono riconosciuti agenti proinfiammatori e proaterogeni in particolare nei pazienti con insufficienza renale (Campean V - 2007 [2]). Lo studio RISCAVID ha dimostrato un aumento del rischio cardiovascolare (CV) nei pazienti con sCD40L superiore a 7.6 ng/ml (Desideri G -2011 [3] (full text)). Abbiamo quindi deciso di valutare l’effetto di diverse membrane emodialitiche sui livelli circolanti di sCD40L in pazienti in emodialisi (HD) standard.

Casistica e Metodi

Dodici pazienti HD sono stati randomizzati come segue: gruppo 1. 4 pazienti sono stati dializzati
per tre mesi con membrane in Poliamide (PA) o Polisulfone (PS) ed al termine shiftati
in polimetilmetacrilato (PMMA) per ulteriori tre mesi di trattamento; gruppo 2.

4 pazienti sono stati dializzati per tre mesi con membrana in PMMA e successivamente shiftati a PA/PS per ulteriori tre mesi; gruppo 3 e 4, 4 pazienti sono stati mantenuti in PMMA o PA/PS per tutta la durata dello studio. Ai tempi 0, 30, 60 e 90 giorni abbiamo dosato il sCD40L plasmatico con metodo ELISA. Inoltre cellule HUVEC in coltura sono state incubate con siero prelevato da pazienti dei gruppi 1 e 2.

Risultati

Studio in vivo. Al tempo 90 il gruppo 1 aveva livelli inferiori di CD40L (4.9 ± 0.5 pg/ml) rispetto
al gruppo 2 (9.8 ± 0.7 pg/ml) ed inferiori alla soglia di 7.6 ng/ml (figura 1). Tale diminuzione era
già evidente dopo 30 gironi. Nel gruppo 2 incremento dei livelli circolanti di CD40L dopo
60-90 giorni dallo shift (figura 2). Nei gruppi 3 e 4 i livelli di CD40L si sono mantenuti sostanzialmente stabili durante il periodo di osservazione.

Studio in vitro: il siero uremico dei pazienti dializzati con con PMMA ha evidenziato in vitro un minor effetto proinfiammatorio sulle cellule HUVEC, riducendo l'adesione monocitaria (figura 3)  ed l'espressione di ICAM-1 e E-seletin (figura 4). Inoltre il siero dei pz del gruppo 1 rispetto al gruppo 2 ha evidenziato un minor effetto proapoptotico (XTT e TUNEL) sulle cellule HUVEC (figura 5). Tali effetti si sono ridotti in cellule HUVEC sottoposte a siRNA, confermando il ruolo del CD40L.

Conclusioni

Questi dati preliminari evidenziano un effetto della PMMA nella riduzione del sCD40L circolante,
probabilmente dovuto alle sue proprietà adsorbitive. Tale effetto potrebbe contribuire a ridurre il rischio CV nei pazienti in HD.

release  1
pubblicata il  19 settembre 2013 
da Massimiliano Migliori¹, Vincenzo Cantaluppi², Davide Medica², Alessia Scatena¹, Sara Beati¹, Valentina Marchetti¹, Stefano De Pietro¹, Sabrina Paoletti¹, Vincenzo Panichi¹
(¹UOC Nefrologia e Dialisi, ASL 12 Viareggio, ²Dipartimento di Medicina Interna e Cerms, Università di Torino)
Parole chiave: disfunzione endoteliale, emodialisi, infiammazione
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