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Genetica e scienze omiche/modelli sperimentali/trasduzione del segnale

UROTENSINA E RELAXINA: AZIONI OPPOSTE E POSSIBILI RISVOLTI TERAPEUTICI NELLA FIBROSI RENALE

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Razionale

La fibrosi tubulo-interstiziale è la via finale comune delle patologie che evolvono verso l’insufficienza renale cronica (IRC). Regolatore chiave della fibrosi tissutale è il TGF-β1 (transforming growth factor-β1), la cui espressione è indotta da numerosi stimoli profibrotici. Nel presente studio abbiamo valutato il ruolo dell’urotensina II (il più potente vasocostrittore dei mammiferi), dell’urantide (antagonista del recettore dell’urotensina) e della relaxina-2 (ormone pleiotropico capace di interferire con la sintesi di collagene e di altri componenti della matrice extracellulare) in un modello in vitro di fibrosi renale.

Casistica e Metodi

Utilizzando cellule epiteliali tubulari renali della linea cellulare LLC-PK1, derivante dal rene di maiale maschio sano, abbiamo valutato gli effetti dell’aggiunta di urotensina II, urantide e relaxina sul processo fibrotico, impiegando anticorpi contro la fibronectina, marker di fibrosi, mediante analisi western blot. 

Risultati

L’aggiunta di urotensina determinava formazione di tessuto fibrotico; la fibrosi è stata documentata dall’aumentata espressione di fibronectina ed era massima utilizzando una concentrazione di urotensina pari a 10-6M. Abbiamo inoltre dimostrato, per la prima volta, che l'urantide riduce l’espressione di fibronectina nell’ambito della fibrosi renale; questo dato conferma l’azione antifibrotica che tale sostanza sembra esercitare nella fibrosi miocardica, dove abolisce l’espressione di TGF-β1 indotta dall’urotensina. Infine, aggiungendo relaxina-2, abbiamo osservato che questa sostanza mima l'azione antifibrotica dell'urantide[figura].

Conclusioni

Urantide e relaxina sono in grado di indurre una reversione della fibrosi tubulo-interstiziale indotta dall’urotensina. Questi dati sono rilevanti perché urotensina e relaxina sono sostanze endogene la cui disregolazione (alta urotensina, bassa relaxina) è stata correlata a condizioni fisiopatologiche come aterosclerosi, scompenso cardiaco, ipertensione, IRC. Inoltre, non esistono dati sulla loro interazione nei meccanismi molecolari della fibrosi renale. Alla luce di ciò, possiamo immaginare un futuro utilizzo di urantide e relaxina nel trattamento di patologie come l’IRC, attualmente considerate non guaribili proprio perché secondarie alla sostituzione del parenchima normale con tessuto fibrotico e quindi non funzionante.

Valeria Cernaro1, Maria Antonietta Medici2, Valentina Donato1, Domenico Trimboli1, Giuseppina Lorenzano1, Domenico Santoro1, Giuseppina Pettinato1, Gaetano Montalto1, Michele Buemi1.
(1. Cattedra di Nefrologia, Dipartimento di Medicina Interna, Università di Messina. 2. Dipartimento di Scienze Biologiche ed Ambientali, Università di Messina. )
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