Il recettore solubile dell'attivatore del plasminogeno (suPAR) è una citochina pleiotropica associata alla disfunzione endoteliale e a manifestazioni trombotiche in alcune malattie autoimmuni. A livello del tessuto renale suPAR promuove il reclutamento di cellule infiammatorie e la progressione del danno; tuttavia esistono scarse evidenza sui rapporti tra livelli circolanti di suPAR e coinvolgimento renale nelle malattie autoimmuni.
I livelli sierici di suPAR sono stati analizzati in 197 pazienti affetti da una malattia autoimmune (n=151) o da una glomerulonefrite primitiva (n=46), e confrontati con quelli di 51 controlli sani per valutare la presenza di assciazioni tra livelli di OPN e funzione renale, tipo di nefropatia, principali parametri biochimici e terapia.
I livelli sierici di suPAR sono risultati significativamente più elevati nei pazienti affetti da malattie autoimmuni rispetto ai controlli sani (OR = 8,86; IC: 3,38-23,22) mentre non è stata rilevata una differenza tra pazienti con glomerulonefriti primitive e controlli sani (OR = 1,37; IC: 0,66-2,83). Nell'ambito delle malattie autoimmuni livelli più elevati di suPAR sono stati riscontrati nelle vasculiti e nella sindrome da anticorpi anti-fosfolipidi a parità di attività immunologica.
L'analisi logistica multivariata ha evidenziato un'associazione indipendente tra elevati livelli sierici di suPAR e presenza di proteinuria (OR = 3.11; IC: 1.5-6.44) e insufficienza renale (OR = 2.52; IC: 1.11-5.71) ed una correlazione con gli indici di flogosi. Non sono state evidenziate associazioni tra suPAR e altre manifestazioni clinico-laboratoristiche, nè con la terapia immunodepressiva.
I livelli circolanti di suPAR potrebbero rappresentare un marker di aumentato rischio di coinvolgimento renale nelle malattie autoimmuni, essendo associati in modo indipendente alla presenza di proteinuria e insufficienza renale. Questa citochina pleiotropica potrebbe condizionare l'impronta clinica soprattutto nelle vasculiti e nella sindrome da anticorpi anti-fosfolipidi, forme nelle quali abbiamo rilevato i livelli più elevati nell'ambito delle malattie autoimmuni sistemiche.