Login




Immunopatologia renale

La riduzione dei livelli sierici di BAFF e APRIL si associa alla negativizzazione degli anticorpi anti-recettore della fosfolipasi A2 (PLA2R) nei pazienti affetti da glomerulonefrite membranosa idiopatica (iMN)

Questo Abstract è stato accettato come Poster. Clicca qui per visualizzare

Razionale

Gli autoanticorpi anti-PLA2R sono presenti in circa il 70% dei pazienti affetti da iMN. Diversi studi hanno evidenziato come la persistenza degli anti-PLA2R dopo terapia immunosoppressiva si associ all’attività di malattia. In questo studio abbiamo valutato la correlazione tra persistenza degli anti-PLA2R e livelli sierici delle citochine BAFF e APRIL, cruciali per la proliferazione e la differenziazione dei B-linfociti, in pazienti affetti da iMN trattati con corticosteroidi.

Casistica e Metodi

Sono stati reclutati 37 pazienti affetti da iMN e sottoposti a biopsia renale presso il nostro Centro (2008-2010). In tutti i pazienti è stata valutata la presenza di anticorpi anti-PLA2R al momento della biopsia. In 12 pazienti, di cui erano disponibili campioni di siero dopo 6 mesi di terapia, sono stati valutati anche i livelli sierici di BAFF e APRIL.

Risultati

Gli anti-PLA2R erano presenti in 25 pazienti su 37 (67.6%). In 12 pazienti anti-PLA2R-positivi, dopo 6 mesi di terapia corticosteroidea/immunosoppressiva (Ponticelli), si osservava la persistenza degli autoanticorpi nel 50% dei casi (n=6). In tutti i pazienti trattati i livelli sierici di BAFF e APRIL risultavano ridotti dopo 6 mesi di terapia (6.37±0.51vs.3.35±2.35ng/mL per BAFF, p<0.002;4.56±1.15vs.2.49±2.35ng/mL per APRIL, p<0.02). In realtà una significativa riduzione di BAFF e APRIL si osservava solo nei 6 pazienti in cui gli anti-PLA2R non erano più rilevabili (6.30±0.68vs1.36±0.82ng/mL per BAFF, p<0.001;3.78±1.06vs.0.28±0.32ng/mL per APRIL, p<0.001) mentre non si osservavano sostanziali differenze nei pazienti in cui gli anti-PLA2R persistevano (6.45±0.30vs.5.97±0.52ng/mL per BAFF, p=0.065;5.35±0.57vs.4.71±0.56ng/mL per APRIL, p=0.080). In tutti i 12 pazienti trattati si era comunque ottenuta una remissione completa/parziale della iMN senza sostanziali differenze tra i due gruppi.

Conclusioni

Il dosaggio delle citochine BAFF e APRIL può rappresentare un utile parametro per il monitoraggio clinico dei pazienti affetti da iMN anti-PLA2R positivi. Tuttavia ulteriori studi sono necessari per valutare l’effetto della terapia immunosoppressiva sulla modulazione dei B-linfociti in questo gruppo di pazienti.

Netti GS (1), Bruno F (2), Infante B (2), Stallone G (2), Ranieri E (1), Gesualdo L (3), Grandaliano G (2).
((1) Sez. di Patologia Clinica e (2) Sez. di Nefrologia, Dialisi e Trapianto, Dip. di Scienze Mediche e Chirurgiche, Università di Foggia; (3) Sez. di Nefrologia, Dialisi e Trapianto, Dip. dell’Emergenza e dei Trapianti d’Organo (DETO), Università di Bari “Aldo Moro”.)
Non sono presenti commenti
Figure
Realizzazione: Tesi S.p.A.

Per assistenza contattare: Lucia Piumetto, Tesi S.p.A.
0172 476301 — lucia.piumetto@gruppotesi.com