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Ipertensione arteriosa

Denervazione renale bilaterale nell’insufficienza renale cronica: dati preliminari

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INTRODUZIONE

Studi recenti hanno dimostrato che la denervazione renale bilaterale mediante catetere a radiofrequenze  (Figura 1) è in grado di esercitare una significativa riduzione della pressione arteriosa e dell’attività simpatica in pazienti affetti da ipertensione arteriosa resistente. Tale procedura si è dimostrata efficace e sicura anche in pazienti ipertesi resistenti con insufficienza renale cronica di grado III-IV (Hering - 2012 [1] (full text)) Studi successivi non hanno evidenziato alterazioni della vascolarizzazione renale dopo la procedura (Mahfoud - 2012 [2] (full text)), (Ott - 2013 [3]). Questo studio ha l’obiettivo di verificare, nel breve e nel lungo termine, gli effetti di tale procedura sulla pressione arteriosa, sull’attività del sistema nervoso simpatico, sulla funzione renale e sulla massa cardiaca in pazienti con ipertensione arteriosa resistente affetti da IRC di grado III.

METODI

Sono stati sottoposti a denervazione renale bilaterale transcatetere 3 pazienti di età compresa tra 55 e 71 anni affetti da ipertensione arteriosa resistente e IRC di grado III. Nel corso del follow-up non sono state effettuate variazioni della terapia antipertensiva. Prima della procedura, a 1 mese, a 6 mesi, a 12 mesi e a 24 mesi dalla procedura sono stati misurati: la pressione arteriosa clinica (media di tre misurazioni), l’attività nervosa simpatica efferente al muscolo scheletrico mediante microneurografia del nervo peroneale (MSNAc, valori corretti per la frequenza cardiaca), la creatininemia con calcolo del filtrato glomerulare (eGFR, formula CKD-EPI), gli indici di resistenza renale intraparenchimali (ecocolordoppler renale) e la massa cardiaca indicizzata (ecocardiogramma transtoracico, calcolata con formula ASE).

RISULATATI

Dai dati raccolti emerge una marcata e precoce riduzione sia dei valori di PAS clinica che di MSNAc (PAS clinica -44 mmHg e MSNAc -22 potenziali/100 battiti ad 1 mese) che si è mantenuta nel tempo (PAS clinica -54 mmHg e MSNAc -25 potenziali/100 battiti a 24 mesi) (Figura 2). L’eGFR e gli indici di resistenza intraparenchimali renali sono rimasti costanti nel corso dell’osservazione. Collateralmente, a 12 e 24 mesi dalla denervazione, è stata registrata una riduzione progressiva della massa cardiaca indicizzata (LVMI -12 g/m^2 a 12 mesi e - 30 g/m^2 a 24 mesi).

CONCLUSIONI

La denervazione renale bilaterale mediante catetere a radiofrequenze si è dimostrata in grado di ridurre i valori di pressione arteriosa, l’attività nervosa simpatica e la massa cardiaca in pazienti con ipertensione arteriosa resistente ed IRC di grado III senza variazioni della funzione renale nè alterazioni degli indici di resistenza intraparenchimali renali.

release  1
pubblicata il  18 settembre 2013 
da Federico Pieruzzi¹, Erika Casiraghi¹, Fabio Salerno¹, Rocco Corso³, Paola Mariani¹, Gianmaria Brambilla², Guido Grassi², Andrea Stella¹
(¹Clinica Nefrologica e ²Clinica Medica, A.O. San Gerardo di Monza e Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Milano Bicocca, Monza; ³U.O. Radiologia Interventistica, A.O. San Gerardo di Monza)
Parole chiave: Denervazione renale, ipertenssione
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