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Nefrologia clinica

NEFROTOSSICITA’ DA OXALIPLATINO: UN CASO CLINICO

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Razionale

L’oxaliplatino è un derivato del platino di terza generazione utilizzato nel trattamento di numerosi tumori solidi, come il cancro del colon retto. La terapia con oxaliplatino è considerata sicura dal punto di vista renale: viene infatti utilizzata come potenziale alternativa per i pazienti ad alto rischio di insufficienza renale.

Casistica e Metodi

 

Descriviamo il caso di un uomo di 49 anni noto per ipertensione arteriosa sottoposto nel settembre 2011 ad intervento di colectomia totale per poliposi del colon ed adenocarcinoma del retto seguito da terapia con oxaliplatino dall’ottobre 2011 al maggio 2012.

Funzione renale nella norma con creatinina pari a 0.9 mg/dl, (filtrato glomerulare calcolato con formula MDRD 90ml/min) al termine di ciascun ciclo.

Durante l’ultima infusione di oxaliplatino comparsa improvvisa di dolore lombare, febbre con brivido ed ematuria. La chemioterapia veniva subito interrotta.

Nei giorni seguenti per la persistenza di malessere generale nausea e vomito, il paziente veniva ricoverato con il riscontro di grave insufficienza renale acuta (creatinina 25 mg/dl, urea 381 mg/dl) associata ad acidosi metabolica (bicarbonati venosi 11 mmol/L, potassio 9,28 mmol/L), diuresi conservata, macroematuria. Agli esami ematici inoltre latticodeidrogenasi elevate (249 U/l, v.n.< 225 U/l), ANA, ENA, ANCA negativi. Complemento non consumato. All’ ecografia addome reni di normali dimensioni con lieve aumento dell’ecogenicità corticale.

Risultati

 

Il paziente veniva sottoposto ad emodialisi per tre giorni consecutivi, seguita da rapido miglioramento delle condizioni generali e della funzione renale. In dimissione creatinina 1.4 mg/dl.

Veniva ipotizzata come genesi della grave insufficienza renale un episodio di emolisi intravascolare da oxaliplatino, confermata dal riscontro in vitro di anticorpi anti globuli rossi oxaliplatino-dipendenti.

Conclusioni

 

L’oxaliplatino è considerato un farmaco privo di nefrotossicità: questo caso clinico evidenzia invece come una singola somministrazione di oxaliplatino, anche dopo mesi di terapia, possa determinare fenomeni di emolisi intravascolare ed insufficienza renale acuta.

Querques M, Ravera F, Montoli A, Menegotto A, Cabibbe M, Colussi G
(Unità Operativa di Nefrologia, Dialisi e Trapianti, Ospedale Maggiore “Niguarda Ca Granda”-Milano)
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