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Nefrologia clinica

Utilizzo del Rituximab nelle vasculiti ANCA-associate (AAV) solo all’esordio ed in presenza di recidiva clinica: esperienza di un singolo centro

Questo Abstract è stato accettato come Comunicazione.

Razionale

Nelle AAV recenti trial hanno provato l’efficacia del Rituximab nell’indurre la remissione sia all’esordio che alla recidiva. Le modalità di utilizzo del Rituximab, una volta ottenuta la remissione, invece, sono ancora controverse. Sono state proposte due strategie principali, entrambe “pre-emptive”: 1)utilizzo ad intervalli fissi (con differenti tempistiche); 2)ritrattamento solo dopo ricostituzione dei B-linfociti.

Descriviamo la nostra esperienza basata su:

1)    utilizzo del Rituximab solo per indurre la remissione all’esordio e alla recidiva clinica;

2)    terapia di mantenimento con basse dosi di steroide e methotrexate/azatioprina .

Casistica e Metodi

Abbiamo incluso tutti i pazienti con AAV trattati da Gennaio 2006 a Marzo 2013 con Rituximab. I pazienti sono stati trattati in una prima fase con 4 dosi settimanali da 375mg/m2, successivamente con 2 dosi da 1g a distanza di 2 settimane.

Risultati

Sono stati trattati 70 pazienti, 44 con granulomatosi con poliangite(GPA), 24 con poliangite microscopica(MPA) e 2 con granulomatosi eosinofila con poliangite(EGPA).

Ventisei venivano trattati all’esordio (17 MPA,8 GPA,1 EGPA), 44 (36 GPA,7 MPA,1 EGPA) ad una recidiva. Tutti ottenevano la remissione.

Gli ANCA erano positiviin 68/70 (44 anti-PR3, 24 anti-MPO).

Venivano inclusi nei risultati i 65/70 pazienti con un follow-up ≥3 mesi.

Dopo un follow-up medio di 29,9±22,6 mesi (range:3-86), 48 pazienti (73,8%) si mantenevano in remissione clinica: 21/23 trattati all’esordio, 27/42 trattati ad una recidiva.

Solo 17/65 recidivavano (16 GPA,1 MPA), dopo un tempo medio di 27,5±15,6 mesi (range:12-60): 2/23 trattati all’esordio, 15/42 ad una recidiva.

Solo 5 pazienti, tutti con GPA, avevano più di una recidiva (2 in 3 pazienti,3 in1 paziente e 4 in 1 paziente).

Conclusioni

La maggior parte dei pazienti non presentava recidive; il tempo medio alla recidiva risultava molto più lungo rispetto a quello proposto negli schemi di ritrattamento “protocollare”. I nostri risultati potrebbero dipendere dalla terapia immunosoppressiva di mantenimento con basse dosi di steroide e methotrexate/azatioprina.

G. Jeannin1, G. Gregorini1, C. Salviani2, S. Possenti1, G. Cancarini1
(1U.O. Nefrologia Spedali Civili Di Brescia; 2U. O. Nefrologia e Dialisi A Policlinico Umberto I di Roma)
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