Nelle malattie linfoproliferative, si è proposto di sostituire la ratio sierica di kappa/lambda libere (κ/λ) all’immunofissazione urinaria (uIFE) per il riconoscimento di catene leggere libere monoclonali (CLLM), come l’iperglicemia alla glicosuria nella diagnosi di diabete; tuttavia non ci sono prove che le CLLM siano manipolate dal rene con meccanismi prestabiliti come per il glucosio. Scopo del lavoro è stato verificare se esistano regolazioni renali di CLLM tali da vanificare l’opportunità della loro ricerca nelle urine.
In 1039 campioni di 187 pazienti con clonalità k (721 ) o λ (318) all’uIFE (Hydrasys™), si sono analizzate le convergenze o divergenze diagnostiche di CLLM nel siero (ratio κ/λ >1.65 per k, <0,26 per λ, FREELITE™) e/o nelle urine (uIFE); sono state inoltre analizzate le concentrazione sieriche in presenza di clonalità urinaria, la clearance e l’escrezione frazionale (EF) delle CLLM.
La sensibilità diagnostica di CLLM per k e λ è 89,6 e 91,1 % con la ratio sierica κ/λ e 67,0 e 68,3% con l’uIFE. La concentrazione sierica di CLLM corrispondente a positività di uIFE varia da 0.1 a 15700 mg/L per k e da 5.8 a 4350 mg/l per λ (Fig1). Le CLLM sono diagnosticabili nelle urine ma non nel siero nel 5,4% e nel 4,7% ( k e λ) dei casi, con EF elevate (3,59% k, 0,79 % λ); la clearance di CLLM risulta correlata all'EF (r 0.82-0.99) ma non alla clearance creatininica.
La ratio sierica κ/λ è più sensibile della uIFE per il riconoscimento di CLLM. Tuttavia, in circa il 5% dei casi, la diagnosi di CLLM si effettua con la IFE urinaria e non con la ratio sierica, dimostrando che le CLLM sono manipolate dal rene più in base a criteri qualitativi (tubulo- tossicità diretta?) che quantitativi.