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Nefrologia clinica

INSUFFICIENZA RENALE ACUTA & EDEMA POLMONARE ACUTO: C’E’ SPAZIO PER IL CHIRURGO?

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Razionale

Il trattamento ottimale della malattia renovascolare (MRV) da stenosi dell’arteria renale non è ben definito: di recente alcuni trials randomizzati controllati e meta-analisi non avrebbero indicato una superiorità del trattamento radiologico interventistico (angioplastica + stent) rispetto alla sola terapia medica. Il trattamento chirurgico della MRV è stato sempre più abbandonato.

 

Casistica e Metodi

Descriviamo il caso clinico di una donna di 71 anni, ipertesa, ex-fumatrice, monorene funzionale (rene sx grinzo), insufficienza renale cronica (eGFR 25 ml/min) ricoverata in Cardiologia per edema polmonare acuto (EPA) associato a crisi ipertensiva e poi trasferitaci per insufficienza renale acuta ingravescente (eGFR 9 ml/min) a diuresi conservata. L’anno precedente in corso di crisi ipertensiva con EPA, veniva riscontrata all'ecocardiogramma acinesia della parete laterale del ventricolo sx per malattia critica del tronco comune con successivo intervento di duplice bypass aortocoronarico. In assenza, questa volta, di disfunzione ventricolare sx in atto, l’arteriografia renale conferma il sospetto clinico di “flashing pulmonary edema” secondario a stenosi subocclusiva all’origine dell’arteria renale dx. Fallisce il tentativo di PTA per l’impossibilità di valicare il tratto stenotico e si rende necessario l’inizio del trattamento emodialitico. In seconda istanza viene eseguita con successo la rivascolarizzazione per via chirurgica del rene (bypass con protesi in Dacron Gelsoft tra arteria iliaca comune dx L-T e arteria renale dx T-T). Nonostante alcune complicanze post-operatorie (vomito ricorrente, anemizzazione ed infezione delle vie urinarie da Klebsiella Pneumoniae multiresistente) dopo 12 giorni dall’intervento si sospende il trattamento dialitico.

Risultati

A 3 mesi dalla rivascolarizzazione non si sono verificate recidive di EPA, la pressione arteriosa è controllata da un solo farmaco antipertensivo e la funzione renale è stabile con eGFR di 23 ml/min.

Conclusioni

Questa esperienza suggerisce che, in casi selezionati e con una buona collaborazione interspecialistica, la terapia chirurgica può essere considerata un’opzione ancora valida nel trattamento della MRV e delle sue complicanze sistemiche.

V. Albertazzi, M. Ricardi, S. De Amicis, S. D'Amore, L. Melfa, R. Scarpioni
(UO Nefrologia e Dialisi, Ospedale Civile Guglielmo da Saliceto, ASL Piacenza)
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