Il NODAT rappresenta una complicanza del trapianto renale(TXrene) associata ad una aumentata morbidità e mortalità. L’esposizione ai glucocorticoidi costituisce un importante fattore di rischio per lo sviluppo di NODAT. I polimorfismi del recettore dei glucocorticoidi(GC-R)potrebbero svolgere un ruolo cruciale essendo associati ad una variabile sensibilità all’azione dei glucocorticoidi stessi. OBIETTIVO: valutare in un gruppo di pazienti sottoposti a TXrene la prevalenza del NODAT ed il ruolo dei polimorfismi del GC-R e di fattori clinici nel suo sviluppo.
63pazienti (34M, 29F, età media 55.8±12.6anni) non affetti da diabete mellito, sottoposti a TXrene.Terapia immunossoppressiva:basiliximab+steroidi(1.6-2 mg/kg/die ridotti a 5 mg entro 45giorni dal trapianto)+CNI+MMF/EC-MPS.E’ stata valutata la prevalenza di alterazioni del metabolismo glucidico,in accordo ai criteri dell’ American Diabetes Association, dopo 3-6-12mesi dal trapianto in relazione alla presenza dei polimorfismi del GC-R (BclI,N363S,ER22/23EK,A3669G),studiati con Real-Time PCR con sonde Taqman,e dei parametri clinici(età, sesso,BMI, tipo e dose della terapia immunosoppressiva in atto).
Data la ridotta frequenza del polimorfismo N363S e ER22/23EK, abbiamo analizzato solo il ruolo delle varianti geniche BclI ed A3669G. Dopo 3mesi dal TXrene, il 47.6% dei pazienti sviluppava alterazioni del metabolismo glucidico ed in particolare il 27% sviluppava diabete mellito(17/63). I pazienti che sviluppavano il NODAT presentavano un BMI significativamente aumentato rispetto a chi non lo sviluppava (25±4.5 vs. 21.8± 2.5, p=0.02). I 2 gruppi risultavano sovrapponibili in termini di prevalenza dei polimorfismi del GC-R, età, sesso, dose media giornaliera di prednisone ed eventuale concomitante terapia con ciclosporina o tacrolimus. Risultati sovrapponibili erano osservati dopo 6 e 12mesi dal trapianto renale.
Questo studio sembrerebbe escludere un ruolo dei polimorfismi del GC-R nello sviluppo del NODAT. Fattori di rischio per lo sviluppo di tale complicanza sembrerebbero essere la presenza di obesità ed il BMI. Uno studio esteso ad una più ampia casistica di pazienti è tuttavia necessario per confermare tali dati preliminari