L’aumento dei casi di ESRD può determinare la progressiva riduzione delle risorse destinate ad altre patologie. In Italia si spendono annualmente tra € 31.472 e € 36.234 per ogni paziente con ESRD. Questa cifra rappresenta l’1,8% delle risorse complessive destinate al nostro SSN. Per estendere le donazioni di rene, nel 2007 la “Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo” di Pavia, ha realizzato il “Programma Alba”: proposta di trapianto di organi da donatori a cuore non battente, cioè dopo morte cardio-circolatoria (DCD). Questo studio ha lo scopo di confrontare i costi legati a tale modello di donazione con quelli di altre modalità di trapianto renale e di HD standard.
Si è studiata la popolazione lombarda utilizzando il modello d’analisi statistica Markor. Le banche dati di cui ci si è avvalsi sono quelle dell’ISTAT e del “Registro lombardo di dialisi e trapianto”.
Il costo calcolato per un trapianto di rene DCD in Italia, è risultato € 169.818 durante il primo anno nel caso entrambi i reni del donatore siano trapiantati, riducendosi a € 92.286 trapiantando dieci reni DCD in un anno. Il costo di un trapianto tradizionale da donatore a cuore battente dopo morte encefalica (DBD) è di € 54.455 nel primo anno, scende a € 11.551 durante il secondo e a € 9.781 negli anni successivi. Nel caso il rene sia donato da un individuo vivente, il costo è calcolato in € 49.306 il primo anno, € 10.532 e € 8.744 per il secondo anno e successivi. I costi dell’HD sono invece di € 37.881 paziente/anno.
I nostri dati mostrano che il progressivo aumento del numero dei trapianti rende la procedura meno costosa per la comunità, soprattutto se confrontata con l’HD. Il progressivo aumento delle donazioni DCD aumenta la disponibilità degli organi riducendo gradualmente il costo di ogni trapianto.
