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Trapianto

Micetoma renale in paziente portatore di trapianto renale: case report

Questo Abstract è stato accettato come Poster.

Razionale

La condizione di immunosoppressione del trapianto predispone il paziente a severi rischi infettivologici, che compromettono sia la funzionalità del graft  che la vita stessa del paziente.

Casistica e Metodi

Paziente maschio, di anni 51, sottoposto a trapianto renale nel2001, interapia con steroidi, ciclosporina e micofenolato. Affetto da insufficienza renale IV stadio, BPCO, cardiopatia ipertrofica e vasculopatia cerebrale, giungeva alla nostra osservazione per dispnea severa e dolore toracico. All’ingresso l’obiettività toracica mostrava riacutizzazione della BPCO per cui veniva introdotta antibioticoterapia con levofloxacina e ceftazidime. Concomitava, inoltre, condizione di grave sovraccarico idrosalino per cui si rendeva necessaria terapia dialitica d’urgenza. La funzionalità renale, stabile rispetto al follow-up (GFR 23 mL/min), ma con urine francamente purulente (positive per Candida species), per cui si introduceva in terapia la caspofungin e si sospendeva il micofenolato. A tali modifiche terapeutiche non seguiva un miglioramento clinico-laboratoristico, ed inoltre, insorgeva dolore intenso nella sede del rene trapiantato. Per tale motivo si praticava URO-TC che rilevava un notevole incremento delle dimensioni del graft (D.L.18 cm), estesa lipomatosi del seno renale e marcata ectasia (6 cm) di un calice del gruppo superiore, suggestivi di un’ infiltrazione micotica del parenchima renale. Si sospendeva, pertanto, anche la terapia con ciclosporina. Nei giorni successivi, a causa del peggioramento delle condizioni cliniche (febbre ed intenso dolore), si rendeva necessario intervento di espianto del graft che, all’esame isto-patologico, era caratterizzato da un completo sovvertimento parenchimale con concomitante ascessualizzazione micotica della pelvi.

Risultati

Conclusioni

La terapia immunosoppressiva, da un lato necessaria per  garantire la sopravvivenza dell’organo trapiantato, provoca un’importante azione esogena nei confronti del sistema immunitario che determina l’esposizione del paziente a numerosi agenti patogeni classici ed opportunisti. Ciò che appare vincente nella gestione complessiva di tali complicanze è una stretta sinergia tra le diverse figure professionali che gestiscono tali pazienti nell’intento di identificare una vera e propria strategia diagnostico-terapeutica.

L. Apicella, R. Carrano, R. Di Pietro, R. Rossano, L. Russo, P. Di Muro, M.M. Balletta, R. Gallo, M. Sabbatini, S. Federico
(Nefrologia e Trapianti Renali Università degli Studi di Napoli "Federico II")
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