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Trapianto

LA RISONANZA MAGNETICA SENZA GADOLINIO: UTILE STRUMENTO DIAGNOSTICO NELLE COMPLICANZE OSTRUTTIVE UROLOGICHE DEL TRAPIANTO RENALE

poster

Introduzione

La patologia ostruttiva ureterale rappresenta una frequente complicanza nel trapianto renale, la cui diagnosi prevede l’impiego di ecografia, tomografia computerizzata (TC) o risonanza magnetica (RMN). Tuttavia TC e RMN richiedono l'uso di mezzi di contrasto iodati o gadolinio, potenzialmente tossici per pazienti nefropatici.

Scopo del lavoro

Valutare l'utilità della RMN senza mezzo di contrasto (UroRMN) nella diagnosi di malattia ostruttiva ureterale nei trapiantati di rene.

Metodi

Dal settembre 2011 al Novembre 2012 i pazienti trapiantati con sospetta patologia ostruttiva ureterale (peggioramento della funzione renale/inadeguato recupero funzionale ed idronefrosi del graft) sono stati sottoposti ad UroRMN. Indagine effettuata senza mezzo di contrasto, con valutazione di sequenze pesate in T2 e soppressione del segnale del tessuto adiposo. I pazienti con stenosi documentata all’Uro-RMN sono stati sottoposti a correzione endoscopica/chirurgica della stenosi.

Risultati

11 dei 14 pazienti arruolati (78.6 %) avevano una stenosi ureterale insorta entro 3 mesi dal trapianto, 3 (21.4 %) insorta successivamente. In tuttila UroRMNha documentato una stenosi ureterale: 11 intrinseche (2 prossimali, 1 media, 5 distali, 2 multiple), 3 estrinseche (2 prossimali e 1 distale). 13/14 pazienti sono stati sottoposti a correzione della patologia ostruttiva: riposizionamento di stent ureterale (7/14), posizionamento di pielostomia (4/14), drenaggio di linfocele comprimente (2/14 pazienti), successivo intervento di reimpianto ureterale (5/14). 1 paziente non è stato trattato per quadro lieve di ostruzione ureterale. In 10/13 (76 %) il trattamento è stato risolutivo, con riduzione della Crs media da 3.87 mg/dl +/- 0.98 mg/dl a 2.04 +/- 0.37 mg/dl e risoluzione dell’idronefrosi.

Conclusioni

L’Uro-RMN, nei pazienti trapiantati con sospetta patologia ostruttiva ureterale, si è dimostrata utile nella diagnosi di natura e sede dell’ostruzione, e nella scelta del trattamento più adeguato, risultato risolutivo nel 76 % dei casi; tale indagine è risultata ben tollerata, non invasiva e non nefrotossica nei pazienti portatori di trapianto renale con danno renale acuto.

release  1
pubblicata il  17 settembre 2013 
da E. Lazzarich*, R. Fenoglio*, A. Airoldi*, E.Radin*, C.Izzo*, D. Cagna*, G.Merlotti*, A.Volpe**, A. Stecco***, I. Di Gesù***, C. Terrone**, A.Carriero***, P. Stratta*
(*SCDU Nefrologia e Trapianto renale - ** Clinica Urologica - ***Radiodiagnostica ed Interventistica Università del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro - AOU Maggiore della Carità – Novara)
Parole chiave: complicanze urologiche, trapianto renale
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