La nefropatia da mdc (CIN) ha un'incidenza che arriva al 12% dei casi ospedalieri di insufficienza renale acuta. La sua fisiopatologia non è ancora ben nota, anche se si ritiene che la citotossicità diretta dei mdc svolga un ruolo cruciale. Sebbene si ritenga che i LOCM siano meno nefrotossici degli IOCM, i trials clinici hanno dato risultati controversi riguardo alla scelta del migliore mdc.
Abbiamo analizzato alcune delle principali VSI nelle CTRPu esposte a due mdc, iomeprolo (75 e 100 mg I/ml, IOM: LOCM) e iodixanolo (75 e 100 mg I/ml, IOD: IOCM), valutandone sia l'effetto citotossico acuto che l' "effetto a medio-lungo" termine, cioè fino a 24h dall'incubazione. La sopravvivenza cellulare è stata valutata con MTT assay. Abbiamo condotto esperimenti su ratti esposti ai due mdc per confermare in vivo alcune delle VSI coinvolte in vitro.
Ambedue i mdc inducevano defosforilazione/inattivazione di Akt, nota chinasi anti-apoptotica. IOM tuttavia causava una maggiore inattivazione di Akt accompagnata da una minore sopravvivenza cellulare. Oltre a una maggiore defosforilazione di FoxO3a (target di Akt) e di STAT3, IOM era in grado di aumentare i livelli di fosforilazione di p38 MAP chinasi, JNKs e NF-kB maggiormente rispetto a IOD. Sorprendentemente IOD causava una maggiore inattivazione di ERK1/2 rispetto a IOM, mentre i livelli di caspasi 3 non mutavano con alcun mdc. L'analisi degli estratti proteici dei reni di ratto esposti a ciascuno dei due mdc ha mostrato per entrambi una riduzione dell'attivazione di Akt ed ERK1/2 rispetto ai "controlli".
Per la prima volta si confrontano cruciali VSI in reni di ratto e in CTRPu esposte a due dei mdc più utilizzati nella pratica clinica, fornendo informazioni anche su target specifici (FoxO3a) eventualmente responsabili della loro cito/nefrotossicità diretta (IOD sembra essere migliore) e ponendo le basi per misure terapeutiche specifiche per la prevenzione/cura della CIN.